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Sempre più medicina “personalizzata”



                  con le nanotecnologie




                  Symbols nel parla con il prof. Fabio Biscarini





                                                     Si presenti ai nostri lettori.  kinson ove i circuiti neurali vengono estremamente danneggiati. Vuol dire
                                                     Vengo da Alma Mater, sono    usare cellule staminali e stimolarle con i dispositivi per farle diventare neuroni
                                                     laureato in Chimica Industria-  che producono quelle sostanze che servono ad un corretto funzionamento,
                                                     le dal 1986 poi, dopo il servizio   diventando così neurotrasmettitori.
                                                     militare, sono andato negli Stati
                                                     Uniti dove ho preso il dottorato   La medicina sta percorrendo passi da gigante con le nuove tecnologie. Il corso che lei
                                                     americano il PhD in chimica nel   segue è in questa direzione?
                                                     1993. Poi ho avuto un percorso   Come le dicevo prima, dopo che sono tornato in Italia dagli Stati Uniti, sono
                                                     un po’ diverso da molti miei col-  stato quasi vent’anni al CNR diventando dirigente di ricerca, che è l’equiva-
                                                     leghi accademici, io non sono   lente del professore ordinario e creando un gruppo di ricerca che si occupava
                                                     tornato  all’Università ma  sono   di materiali e di elettronica organica da applicare alla medicina. Quando mi
                                                     diventato prima Post Doc e poi   sono trasferito a Modena, come professore ordinario, ho fatto partire un’at-
                   Fabio Biscarini                   ricercatore al Consiglio Nazio-  tività dedicata esclusivamente alle applicazioni biomediche della tecnologia
                                                     nale delle Ricerche. Al Consiglio   che avevo sviluppato nei decenni passati. Questa energia operativa è molto
                  Nazionale delle Ricerche ho cominciato a occuparmi di due argomenti che   stimolante e molto dif cile, richiede basi non solo tecnologiche ma anche di
                  tuttora formano un po’ il cuore della ricerca ma anche dell’insegnamento che   concetti fondamentali di chimica di  sica ad un livello più alto di quello che
                  sto trasmettendo all’interno del corso di laurea di Biotecnologie Industriali.   comunemente è insegnato ai nostri laureati di biotecnologia. Per cui all’inter-
                  Ho cominciato a occuparmi quasi trent’anni fa di nanotecnologie e di elettro-  no del corso di biotecnologie industriali il mio corso nanobiotecnologie for-
                  nica organica e quello che io insegno qui a Modena, formando quindi giovani   nisce strumenti per cominciare a muoversi in questo mondo, iniziando dalla
                  studenti dell’Università di Modena, sono proprio le nanobiotecnologie e in   letteratura dei “lavori” dei migliori scienziati e ricercatori di tutto il mondo.
                  particolare mi interesso di due aspetti che sono un po’ alla frontiera odierna   Da qualche anno abbiamo regolarmente in formazione un numero conside-
                  della ricerca in questo campo. Uno è la nanomedicina soprattutto negli aspet-  revole di studenti della magistrale e ultimamente anche della laurea triennale
                  ti diagnostici legati alla medicina personalizzata e l’altro riguarda la bioelet-  che si avvicinano a questo campo dell’elettronica organica applicata alla me-
                  tronica organica. Signi ca che al posto di silicio di metalli si usano materiali   dicina con molto interesse.
                  organici polimeri, molecole che possano trasportare la corrente esattamente
                  come fanno i metalli e i semi conduttori. Questa bioelettronica organica a   Lei si sente più ingegnere o medico e qual è in questo caso il  lo sottile che divide la
                  cosa serve? A fare dispositivi che si impiantano o si interfacciano con il corpo   medicina dall’ingegneria?
                  umano e registrano segnali  siologici che possono venire ad esempio dal cer-  Io sono laureato in chimica e sto applicando le mie conoscenze chimico- -
                  vello o da altri organi e tessuti. Questi segnali possono poi essere utilizzati per   siche di dispositivi, quindi ingegneristiche, alla medicina. Culturalmente mi
                  correggere o intervenire in caso di patologie.                  sento più una persona che ha un bagaglio per risolvere problemi della me-
                                                                                  dicina. Non mi sento e non sono medico e ho bisogno di loro, anzi la nostra
                  Quindi il suo ruolo è di essere al  anco del chirurgo?          collaborazione è molto sinergica.
                  Ho un ottima collaborazione con i chirurghi, ad esempio il prof. Giampaolo   Una delle cose che mi è molto piaciuta quando sono arrivato dal CNR, dove
                  Bianchi della nostra Università con il quale abbiamo anche un progetto di   avevo un gruppo multidisciplinare di chimici,  sici, ingegneri e anche qual-
                  ricerca in questo campo. Lavoro molto con i neuroscienziati Unimore come il   che biotecnologo è stato che in Unimore posso accedere all’interazione con
                  prof. Michele Zoli del dipartimento di scienze biomediche metaboliche e neu-  medici di altissimo livello e questo l’ho visto come una progressione della mia
                  roscienze. Ma anche con immunologi come il prof. Costarizza e reumatologi   carriera scienti ca. Le persone di medicina con cui lavoro sono scienziati di
                  come il prof. Salvarani. Questo per gli aspetti di diagnostica. Abbiamo fatto   altissimo spessore e io imparo molto da loro, in particolare riuscire a parlare
                  anche una proposta di ricerca europea con il prof. De Luca su bioelettronica   un linguaggio comune, questo è basilare.
                  accoppiata alle cellule staminali, ossia i tessuti rigenerativi. È un campo molto   La cosa che si riscontra quando si fa ricerca multidisciplinare è la dif coltà di
                  interessante perché tocca malattie neurodegenerative come il morbo di Par-  capire le esigenze dell’altro e devo dire che questa fase è passata perché c’è


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