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penseresti?”. In questo caso quasi l’80% ha risposto dandone una valutazione nega- Ovviamente il terreno era molto fertile anche per la presenza dei colossi dell’infor-
tiva all’ipotesi di tornare a frequentare un corso in presenza. matica come Microsoft, IBM e Apple che hanno fortemente sostenuto le scuole e le
Una prima lettura di queste risposte sembrerebbe indicare che circa il 30% degli università.
studenti era già motivato sin dall’inizio ma quando si fa l’esperienza diretta di questa Noi siamo attivi dal 2002 e abbiamo fatto di necessità, virtù. Ma devo ammettere che
metodologia didattica l’apprezzamento aumenta in modo signi cativo. UNIMORE è forse l’ateneo che in Italia ha investito più di tutti gli altri con intelli-
La terza domanda era: “Che valutazione dai ad alcune attività on-line rispetto ad genza e continuità nel tempo.
analo-ghe attività in presenza dei corsi blended”. Sorprendentemente gli studenti
hanno sempre apprezzato di più la modalità on line rispetto a quella analoga in Ci sono delle criticità in questo tipo di formazione sulle quali state lavorando?
presenza. Sì, le principali dif coltà riguardano la formazione del personale docente, oltre alle
La nostra lettura non è però del tipo: ‘allora le modalità on-line sono migliori di nor-mative italiane che non sono al passo con i tempi.
quelle in presenza’, sarebbe estremamente semplicistico e, inoltre, non realistico. La vera criticità, non solo nostra, non solo in Italia ma anche in Europa non è quella
L’aspetto interessante è tuttavia che per gli studenti le attività on-line non sono af- delle tecnologie, non è quella dell’ef cacia della modalità di formazione ma è quella
fatto una modalità di serie B, e questo grazie anche al lavoro di progettazione e della formazione del corpo docente che non è preparato e in qualche caso è anche
all’impegno dei docenti e dei tutor. culturalmente e pregiudizialmente avverso.
In queste criticità si stanno incuneando le università telematiche - ormai sono 11
Quanti studenti sono iscritti a questi quattro corsi di laurea in modalità Blended? in Italia - che offrono corsi di laurea soltanto on-line ma lo fanno con un livello di
Gli immatricolati sono circa 1.200 ma gli iscritti complessivi sono oltre 3200, quasi il qualità discutibile e senza un reale supporto di una comunità accademica di ricerca.
13% della popolazione studentesca di UNIMORE! A questi si aggiungono circa 2000 Ma l’errore più grave è quello di associare le esperienze - che anche io ritengo
studenti che, pur non iscritti a corsi di laurea ‘Blended’ comunque fruiscono di una estre-mamente negative - delle università telematiche con l’ef cacia della formazio-
didattica ‘mista’ in alcuni insegnamenti. Un numero considerevole. ne on-line. Del resto esistono pessime esperienze di formazione universitaria anche
Sono corsi particolarmente adatti a studenti lavoratori e che reclutano studenti da in presenza.
fuori regione in quota superiore agli altri corsi di laurea omologhi.
Inoltre, eccetto il Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche che ha un ac- Quindi la s da di Unimore relativamente alla formazione on-line è quella di avere in futuro
cesso programmato a 300 studenti, tutti gli altri corsi Blended hanno quasi raddop- un personale docente in grado di supportare questo tipo di formazione.
piato i propri immatricolati in coincidenza con l’adozione di tale modalità. C’è sicuramente un adeguamento siologico, però l’adeguamento siologico/ana-
gra co è molto più lento rispetto alle innovazioni in atto.
Come sono i risultati in termini di qualità del percorso formativo (tasso di abbandono, In UNIMORE è già attivo da un paio d’anni un processo di sperimentazione e for-
crediti acquisiti, etc..) ? mazione dei docenti che sta dando ottimi risultati. Questa è la strada da seguire
È ancora dif cile dirlo. Solo il corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche ha con convinzione. Attivare un centro di competenze per la formazione, lo stimolo e
concluso il suo primo ciclo ma alcuni dati estremamente preliminari sono incorag- l’aggiornamento dei do-centi.
gianti. Faccio solo un esempio relativo al Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione
- che non ha ancora completato un ciclo - per il quale è possibile fare una compara- Cosa succede in Italia?
zione con gli anni accademici precedenti. La percentuale di studenti che ottengono In Italia ci sono esperienze contraddittorie. Le tante iniziative che si erano sviluppate
oltre 40 CFU dopo il primo anno è praticamente la stessa rispetto a quando il corso nei primi anni 2000 in molti atenei, anche a causa dell’avvento delle università tele-
era solo in presenza (ma il numero di iscritti è praticamente raddoppiato!). Il tasso matiche, si sono arenate. Sono sopravvissute soltanto quelle che avevano una solidità
di abbandono tra il primo e secondo anno è aumentato dal 21% circa al 25% nel pri- strutturale e con una visione strategica. Oltre a UNIMORE ricordo solo quella del
mo anno di adozione della modalità blended per poi crollare al 13%, la percentuale Politecnico di Mi-lano.
di iscritti da fuori regione è aumen-tata di oltre il 5% come pure quella di studenti Ma negli ultimi due/tre anni qualcosa si sta ricominciando a muovere su un piano
over 23, Comunque una analisi seria e statisticamente solida si potrà condurre solo diffe-rente. UNIMORE ha avuto e sta avendo un ruolo guida e di traino in questa
al compimento di almeno tre cicli per poter avere dati comparabili. Per ora i risultati seconda ‘ondata’ della formazione on-line in ambito universitario.
sembrano incoraggianti. Ci siamo proposti come capo la, per l’Italia, di un progetto che si chiama Eduopen
(www.eduopen.org) e che ha costituiro una rete di atenei (al momento sono 20)
Si sta pensando di estendere questa modalità anche ad altri corsi? che pro-pongono e offrono corsi universitari online in modalità aperta e gratuita
Si. E vorrei mettere in evidenza una novità. Per il prossimo Anno Accademico, è a chiunque ne abbia interesse. Una forma di “Open Education” dove Unimore e il
stata proposta l’attivazione di un corso di Laurea Triennale in Digital Education Centro EDUNOVA sono la sede di riferimento. Un progetto estremamente articola-
presso il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane. È un corso di laurea che to e con interessanti pro-spettive di sviluppo anche in termini di erogazione di per-
prepara e forma operatori, esperti, e tecnici di progettazione di interventi formativi corsi formali (Master, Corsi di Perfezionamento, Corsi di Laurea) e oramai inserito
nei contesti digitali oltre a gure professionali capaci di supportare interventi (ri) nei network europei della formazio-ne.
educativi verso persone (o gruppi) digital addicted o persone (o gruppi) a rischio di La CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ha inoltre recentemen-
sviluppare patologie legate all’abuso digitale. te promosso una ri essione su un Piano Nazionale per l’Università Digitale. Anche
Questo corso è stato fortemente voluto dal Magni co Rettore e sarà proposto in mo- in que-sto contesto UNIMORE sta svolgendo un importante ruolo di indirizzo e pro-
dalità Prevalentemente a Distanza, una ulteriore evoluzione della modalità Blended. mozione.
L’obiettivo è quindi quello di proporlo in tutta Italia? Il Ministero vi supporta in qualche modo in questi progetti?
Assolutamente sì, anzi l’obiettivo è quello di proporlo in tutta Europa. Il Ministero ci ha supportato dando un piccolo contributo nanziario per l’avvio
Il nuovo corso di laurea verrà proposto in tre lingue. La lingua uf ciale sarà l’italiano del Net-work EduOpen, ma l’aspetto rilevante è che ha dato credito all’iniziativa e
però verranno utilizzati dei mediatori linguistici e sistemi di traduzione, trascrizione quindi è presente come partner istituzionale.
e sottotitolatura anche in lingua inglese e spagnola. Quello che noi insistemente chiediamo è di riuscire a costruire un quadro normati-
vo che vada nella direzione di agevolare queste iniziative.
Dove è nato questo tipo di formazione? Quando si parla di formazione on-line crollano le barriere nazionali e lo scenario
È nata negli Stati Uniti. Sono stati i primi a proporre questo tipo di metodologie e della competizione diventa globale. Il sistema universitario italiano, dal punto di
tecnologie e ci sono esperienze all’avanguardia e consolidate anche in atenei ‘bla- vista della qualità della formazione e della ricerca, ha tutte le carte in regola per
sonati’ co-me Stanford, Harvard, Penn State University, etc… sintomo che oltre oce- competere con le migliori esperienze internazionali ma non possiamo farlo con un
ano non viene affatto vista come una formazione di serie B… anzi… le principali insieme di norme pensate e immaginate nello scorso millennio e per una modalità
università americane hanno fatto investimenti ingenti in questo ambito, dell’ordine esclusivamente in presenza. Rispetto alle università americane, inglesi, ma anche
di centinaia di milioni di Euro!!! spagnole ed europee giochiamo una partita con handicap.
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