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“Libero” con laurea
Salvatore Rossini il “Ministro della difesa” dell’Azimut Modena e della
nazionale di pallavolo è anche un eccellente ingegnere gestionale
Ing. Rossini intanto si presenti ai pochi lettori di Symbols che, presumiamo, non la conoscano. Ci
parli del suo percorso di studente e atleta perché lei, caso più unico che raro, ha raggiunto i vertici
dell’uno e dell’altro diventando ingegnere e nazionale di pallavolo.
Forse addirittura è stato più cercato quello da ingegnere perché già da piccolo avevo la
passione per la matematica, per i numeri, giocavo con il meccano, con i lego e quindi sul
mio futuro avevo già le idee chiare. Quella della pallavolo invece è nata un po’ per caso
perché mio padre, che era ingegnere pure lui, quando rientrava alle sette alla sera dal la-
voro, a volte andava a giocare a pallavolo con gli amici e io che non lo avevo visto per tutta
la giornata, pur di stare con lui, lo accompagnavo. Poi è successo che una volta mancava
un amico, una volta ne mancava un altro e hanno iniziato a mettere in squadra anche
me, in queste partitelle, e ho visto che in questo sport, che mi piaceva, ero anche “bravo”.
Quindi l’ingegneria è nel dna di famiglia?
Forse sì. Mio nonno aveva un’of cina, non era una famiglia ricchissima e hanno fatto
tanti sacri ci per far studiare mio padre, anche perché prima non era così semplice. Ma
non è nel dna familiare perché mio fratello, per esempio, odia la matematica e ha fatto
tutt’altro percorso di studi e professionale
Percorso di studi?
I primi tre anni liceo scienti co G.B. Grassi, a 17 sono andato a Latina vivere da solo
perché ero stato scelto dal loro settore giovanile e non volevo farmi sfuggire questa occa-
sione. Poi nito il liceo a Latina mi sono iscritto all’Università di Napoli, alla Federico II,
decidendo nel contempo di andare a giocare in Serie B e di continuare con l’Università,
anche perché studiare mi piaceva. Quell’anno avevo sempre i libri di testo e il borsone Il “libero” nella pallavolo. E’ determinante il ruolo del libero nella moderna pal-
sportivo, alla mattina i corsi e lo studio in biblioteca e al pomeriggio ad allenarmi vicino lavolo. Deve essere veloce ed è il più dotato della squadra nei fondamentali di
Napoli e, dopo allenamento, il treno per tornare a casa. Fu un anno in cui feci otto esami ricezione e difesa. Il “liberi” moderni hanno anche ottime qualità di palleggio e
su nove, in ingegneria, quindi ero molto contento anche se le cose dal punto di vista di alzata in bagher, per sostituirsi al palleggiatore in caso di necessità. Essendo
sportivo non andavano molto bene tanto che retrocedemmo. Però mi arrivò una bella sottoposto a regole particolari è l’unico giocatore che indossa una maglia di-
proposta per l’anno successivo da Catania sempre in Serie B. Era un bel contratto con versa da tutti gli altri suoi compagni (n.d.r.).
vitto e alloggio incluso, quindi a vent’anni decisi di accettare, però fu una scelta che mi
penalizzò per la carriera universitaria. L’anno successivo tornai a giocare vicino casa, a
Sora, e riuscii a recuperare un po’ di esami persi. Al primo anno di Serie A2, a Città di
Castello, mi mancavano tre esami per la laurea ma decisi di concentrarmi totalmente sulla Qual è stata la tesi di laurea?
pallavolo. L’anno successivo andai in A1 a Monza ed ero intenzionato a completare questi Analisi dell’ef cienza biomeccanica di uno sportivo professionista
tre esami ma non mi riuscì di conciliare gli impegni richiesti dalla società con le date degli
esami. E così per quattro anni non sono riuscito a dare alcun esame. Tornai poi a Latina Conosce il mondo Unimore?
in A1 e dopo due anni fui contattato da Andrea Sartoretti (è stato uno di più grandi pal- Un pochino sì. Io conosco soprattutto il Dipartimento di Ingegneria di Reggio Emilia.
lavolisti italiani, argento olimpico e campione del mondo. Dal 2013 è general manager Quando non ho allenamento alla mattina cerco di frequentare per avere più rapporti con
del Modena Volley n.d.r.), che oltretutto è di Città di Castello, che mi offrì la possibilità di docenti che in questo Ateneo sono disponibili e pronti ad aiutarti. Quando non ci sono
venire a giocare a Modena, la città più famosa in Italia, e non solo, in questo sport. Risolto i corsi invece vado a studiare ingegneria a Modena e devo dire che con i professori, visto
il problema della carriera sportiva, risolto anche quello degli studi? Non è così semplice che le classi non sono così numerose come per esempio poteva essere a Napoli, si instaura
perché nelle Università italiane il passaggio di Ateneo prevede prima l’iscrizione e poi una sorta di “tutoraggio”. Un bel rapporto che è prima umano e poi di insegnamento.
la valutazione del piano di studi per non perdere i crediti accumulati. Ebbi la fortuna
di conoscere il prof. Massimo Milani (è professore ordinario presso il Dipartimento di Lei è ingegnere, un campione dello sport, un marito, un papà, come vede il suo futuro?
Scienza e metodi d’ingegneria e dal 2014 delegato del Rettore al comitato per lo sport Me lo chiedo spesso anche perché ho 32 anni ma per adesso non ho ancora la risposta. Mi
universitario) in quanto Unimore aveva un progetto con Modena Volley che riguardava le immagino in giacca e cravatta, non in palestra. Al momento mi vedo nel futuro svolgere
giovanili per dare la possibilità ai ragazzi “under 20” di fare attività con il Modena Volley la professione da ingegnere perché questa è la mia grande passione, non so ancora bene
e di stare in una foresteria offerta dall’Università. Ed è stato uno degli incontri più impor- come, se in azienda o da professionista. Ma se dovessi fare la scelta di rimanere nella pal-
tanti della mia vita perché il prof. Milani mi chiese subito il mio piano di studi per valutare lavolo lo farei solo per riconoscenza. Se fosse Catia (Catia Pedrini è la famosissima “pre-
se coincidevano. Coincidevano ed allora mi iscrivo ad ingegneria gestionale e in un paio sidentessa” di Modena Volley) a chiedermi di prendere un ruolo all’interno di Modena
di mesi do i fatidici tre esami e, nell’aprile 2017, mi laureo in ingegneria gestionale con Volley non potrei dirle di no perché ho un debito di riconoscenza nei suoi confronti che
indirizzo logistico e produzione, adesso sto facendo la magistrale e mi mancano solo sei mi impedirebbe di ri utare. Se invece arrivasse una richiesta da altre società allora farei
esami. Prima di discutere la tesi mia moglie mi chiese se ero emozionato ed io, che avevo sicuramente l’ingegnere.
appena giocato la nale olimpica (con tanto di medaglia d’argento), le dissi che era dif- Lei è un caso più unico che raro, un ragazzo che arriva a laurearsi a pieno merito e nel contempo
cile riuscire a trovare una cosa più emozionante di una nale olimpica. Ma quando ero fa il professionista nella squadra più famosa d’Italia e titolare della nazionale. Come mai è un caso
pronto a discutere la tesi e ho visto mio glio che mi salutava ho provato una commozione così raro. È così dif cile conciliare le due cose?
incredibile ed indescrivibile. Non penso che sia una cosa che dipenda dal fatto di avere qualcosa in più. Penso che
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