Page 42 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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È procedura corrente, nel calcolo delle fondazioni degli edifici prefabbricati, affidare
integralmente al sistema di travi e/o plinti le azioni verticali e le componenti flessionali,
mentre l’azione tagliante viene affidata integralmente al massetto, che costituisce parte
integrante del sistema fondale. Ora, in relazione al complesso fondazione-pozzetto, la
causa di una resistenza significativamente più elevata di quella prevedibile teoricamen-
te può essere individuata proprio nell’in-
fluenza dovuta alla presenza del massetto.
Si ritiene, infatti, che si instauri un mecca-
nismo resistente in cui il momento sismico
viene assorbito prevalentemente da una
coppia costituita da un’azione orizzontale
applicata al livello del massetto e da una
seconda azione orizzontale applicata alla
Figura 10. Schema delle forze equilibranti agenti base della fondazione, legata all’attrito fon-
su un plinto di fondazione. dazione-terreno.
Il problema dei collegamenti alla struttura dei pannelli prefabbricati
La delicatezza in fase sismica del sistema di giunti tra i pannelli prefabbricati e l’edificio
è evidenziata dal fatto che oltre la metà dei decessi indotti dalla scossa del 29 maggio
del 2012 è avvenuta direttamente per il crollo dei pannelli. Non si vuole affrontare qui
in dettaglio questo articolato problema (si veda la tesi di laurea magistrale di Federico
Oyedeji Falope, tra gli autori del presente lavoro), ma ci si limita ad alcune considera-
zioni generali.
In fase sismica le strutture dei capannoni prefabbricati tendono ad essere soggette
a movimenti orizzontali significativi: si sono misurati anche spostamenti dell’ordine
dei 35-40 cm. I pannelli prefabbricati seguono gli spostamenti della struttura quando
sono impegnati ortogonalmente al proprio piano medio, mentre per la componente
di sollecitazione agente nel loro piano risultano rigidissimi ed i loro spostamenti sono
trascurabili rispetto a quelli dell’edificio. In questa direzione, di conseguenza, la strut-
tura tende ad appoggiarsi sui pannelli, scaricando degli sforzi estremamente elevati
sulle connessioni. Tali azioni sono pressoché uguali, globalmente, al taglio alla base
della struttura e non possono essere assorbite dai collegamenti meccanici standard,
dimensionati solamente per trattenere la massa inerziale del singolo elemento di tam-
ponamento; d’altra parte gli elevati spostamenti relativi tra struttura e pannelli portano
rapidamente a rottura le connessioni che non sono in grado di garantire movimenti
relativi così elevati. Alla rottura delle connessioni segue, inevitabilmente, la caduta del
pannello per ribaltamento fuori dal suo piano.
Le varie tipologie di connessioni comunemente utilizzate non si prestano ad essere
sostanzialmente modificate per tener conto di queste considerazioni, in quanto le pro-
cedure di realizzazione dei sistemi prefabbricati richiedono la certificazione completa
dei sistemi di connessione. Da questo punto di vista, quindi, appaiono interessanti le
proposte di alcune associazioni dei produttori (Assobeton) per la realizzazione di un se-
condo livello di collegamento a funi lasche, che entri in funzione come presidio ultimo
alla caduta o al ribaltamento solamente dopo l’eventuale rottura dei collegamenti rigidi
tradizionali. Tali funi consentono ampi spostamenti tra pannello e prefabbricato (30-40
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