Page 43 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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cm) per cui la struttura, cimentata sismicamente, dopo aver rotto i collegamenti rigidi
             può oscillare scorrendo a fianco del pannello, ma senza indurvi delle sollecitazioni.
             Ovviamente, si potrebbe verificare il ribaltamento del pannello che però, dopo una
             corsa di alcune decine di centimetri, verrebbe trattenuto dalle funi, entrate finalmente
             in tensione.

             Conclusioni

             Le analisi tecniche sui capannoni non sono state portate avanti in un’ottica statistica,
             operando su un numero elevato di casi. Si è preferito concentrare l’attenzione sola-
             mente su 15 capannoni, con diverso livello di danneggiamento, ma includendo tutte le
             costruzioni industriali la cui crisi aveva causato delle vittime. L’obiettivo era quello di
             valutare quali fossero i meccanismi di collasso più pericolosi in termini di salvaguardia
             della vita e, quindi, quali fossero i presidi più urgenti da mettere in atto per consentire
             la ripresa del lavoro nei capannoni caratterizzati da un basso livello di danneggiamento.
             Parallelamente, consapevoli del fatto che chi non ha avuto esperienza diretta di un
             terremoto tende a vedere le prescrizioni per la mitigazione del rischio sismico come
             un’imposizione burocratica da aggirare o da soddisfare solo formalmente, si è operato
             ad un livello più divulgativo su un progetto di sensibilizzazione dei cittadini. In tale spi-
             rito si è operato in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, in coordinamento
             con la sua più alta espressione tecnica: il Comitato Tecnico Scientifico (CTS), che ha
             coinvolto varie associazioni attive sul territorio, scuole ed ordini professionali. In rela-
             zione alle problematiche messe a fuoco sui capannoni industriali sono state elaborate
             delle slide predisposte per una serie di conferenze e convegni. Immagini e schemi sono
             confluiti, poi, nella redazione di schede e tabelloni illustrativi per l’analisi dei meccani-
             smi di danno dei capannoni, utilizzati per una serie di convegni che hanno interessato,
             fino ad ora, oltre 25 città del nord e del centro Italia.






             Ringraziamenti

             Si ritiene doveroso ringraziare per la costante ed appassionata attività di supporto nella
             ricerca e nella discussione dei dati e per il coordinamento con le strutture territoriali
             l’ing. Giovanni Manieri.
















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