Page 46 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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dati acquisiti sono stati descritti in numerose pubblicazioni tra cui degna di particolare
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             menzione è quella di Anzidei e colleghi , che raccoglie numerosi articoli realizzati nei
             mesi immediatamente successivi ai principali eventi sismici e dai quali sono tratti alcuni
             dei dati qui illustrati.
             Le strutture geologiche responsabili dei terremoti appartengono ad un tratto delle “Pie-
             ghe Ferraresi” che si sviluppano in forma arcuata (da cui anche il nome “Arco Ferra-
             rese”) tra Reggio Emilia e Ravenna. In particolare, si tratta di rocce piegate e fagliate
             appartenenti all’Appennino che in Pianura Padana sono sepolte dai depositi alluvionali
             del fiume Po e dei fiumi appenninici. Le “Pieghe Ferraresi” sono strutture sismogeneti-
             che attive; ciò è testimoniato, ad esempio, dal forte terremoto del 15 ottobre 1996 (M =
             5,4; I = 7,0) con epicentro a Correggio, oltreché dagli 11 terremoti del 2015 (con M da
             2,0 a 3,5) e da una dozzina di terremoti da gennaio a metà aprile 2016 con magnitudo
             da 2,0 a 3,0 e con epicentri variamente distribuiti.
             Molti “geologi” del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche (all’epoca Diparti-
             mento di Scienze della Terra) si sono impegnati, in vario modo e misura, nelle ricerche
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             in piena crisi sismica 2012 e negli anni successivi . Nel presente contributo, verranno
             illustrati gli effetti ambientali sismoindotti rilevati sul terreno e i “rumours” relativi alla
             sequenza sismica 2012.

             Effetti ambientali sismoindotti

             Gli effetti sull’ambiente di un terremoto possono essere raggruppati in due categorie:
             primari e secondari. Gli effetti primari sono quelli relativi alle fagliazioni superficiali o
             faglie da terremoto, cioè legati ai movimenti direttamente connessi alla faglia sismo-
             genetica e limitati all’area di esposizione della faglia sismogenetica. Sono costituiti da
             scarpate, fratture, ecc., che generalmente si formano in occasione di terremoti con ma-
             gnitudo superiore a 6,5 e quindi effetti di questa natura non si sono verificati nel 2012.
             La maggior parte dei danni causati dai terremoti sono comunque dovuti ai loro ef-
             fetti secondari, quelli risultanti dalla propagazione delle onde sismiche dalla struttura
             sorgente. Essi risultano dal passaggio momentaneo delle onde sismiche e possono



















             Figura 2. Zona al confine tra i comuni di Finale Emilia (Modena) e Bondeno (Ferrara), epicentro del
             terremoto del 20/05/2012. A sinistra gli effetti cosismici rilevati il 21/05/2012; a destra la stessa zona
             il 6/09/2012. Come si può notare gli effetti sismoindotti non sono più visibili.

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