Page 47 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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verificarsi su ampie estensioni territoriali causando danni diffusi. Gli effetti ambientali
             cosismici più comuni possono essere ricondotti a fessurazioni del terreno (in terreno
             rigido, in sedimenti sciolti e/o in strade asfaltate), frane in aree montuose, fenomeni di
             liquefazione e compattazione del suolo, sollevamenti e abbassamenti, collassi del piano
             campagna, anomalie idrologiche.
             Gli effetti ambientali sismoindotti sono stati rilevati a partire nel giorno stesso del terre-
             moto del 20 maggio 2012 in quanto la scossa principale (M = 5,9), che aveva indotto le
             persone ad uscire da casa, si era verificata alle 4,03 del mattino. Tali effetti sono effimeri
             e quindi è stato fondamentale che venissero rilevati subito dopo i terremoti che li hanno
             causati prima che potessero venire alterati e successivamente cancellati (Figure 2 e 3).
             Gli effetti ambientali sismoindotti sono consistiti soprattutto in fenomeni di liquefazione
             sia in forma di vulcanetti di sabbia che disposti lungo fratture.
             La liquefazione è un fenomeno che spesso accompagna i terremoti con magnitudo > 5.
             Essa consiste nella perdita di resistenza di terreni saturi di acqua sottoposti a sollecita-
             zioni sismiche, in conseguenza delle quali i depositi terrosi raggiungono una condizio-
             ne di liquidità a causa delle fortissime pressioni dell’acqua nei pori. I terreni soggetti a
             liquefazione sono quelli nei quali la resistenza alle deformazioni è dovuta interamente
             all’attrito tra i granuli: terreni quali le sabbie e i limi. Nei materiali argillosi, dotati di
             coesione, le forze tra le particelle ne riducono i movimenti; la perdita di resistenza è
             pertanto graduale e non consente il verificarsi della liquefazione.
             Fenomeni di liquefazione disposti lungo fratture particolarmente sviluppate, non impu-
             tabili a fagliazioni superficiali ma ad espandimenti gravitativi laterali, sono stati rilevati
             al culmine di un dosso tra S. Agostino, San Carlo e Mirabello (Figura 4). I fenomeni di li-
             quefazione in forma di vulcanetti di sabbia sono stati rilevati un po’ ovunque (Figura 4).
             Inoltre sono stati rilevati, in diversi luoghi, la fuoriuscita di sabbia da pozzi per acqua
             (a causa dell’innalzamento della falda freatica di alcuni metri) e il rigonfiamento con
             emersione e fratturazione del fondale di lunghi tratti di alcuni canali (Figura 5) oltre a
             franamenti di sponda.
             I rilevamenti seguiti all’evento sismico del 29 maggio hanno permesso di constatatare
             una parziale riattivazione di fenomeni di liquefazione del 20 maggio e la creazione di



















             Figura 3. Uccivello di Cavezzo (Modena). Zona epicentrale del terremoto del 29/05/2012. A sinistra gli
             effetti cosismici nel cortile dei signori Zibordi rilevati poche ore dopo il sisma; a destra lo stesso cortile
             il 6/09/2012. Come si può notare gli effetti sismoindotti non sono più visibili perchè rimossi.

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