Page 48 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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nuovi effetti nelle località più vicine all’epicentro di questo evento (come ad esempio
nei Comuni modenesi di Cavezzo, San Possidonio, Concordia e in quelli mantovani di
Moglia di Gonzaga, Quistello e Poggio Rusco).
I fenomeni di liquefazione hanno portato in superficie notevoli quantità di depositi
prevalentemente sabbiosi e il materiale eruttato in molti casi ha raggiunto uno spessore
superiore a 30 cm; all’interno di alcuni edifici, ha raggiunto anche lo spessore di 1 me-
tro. L’ubicazione dei fenomeni di liquefazione è stata essenzialmente controllata dalla
distribuzione di paleoalvei (corsi d’acqua abbandonati) del fiume Po, del Secchia, del
Panaro e del Reno.
Secondo le testimonianze raccolte in tutta l’area epicentrale, i fenomeni di liquefazione
e fratturazione del terreno sono iniziati a pochissimi minuti di distanza da entrambi i
terremoti più forti, sono durati diversi minuti e sono stati anche caratterizzati dalla fuo-
riuscita di getti di acqua (a volte calda) alti anche oltre un metro.
Altri effetti ambientali sismoindotti rilevati dai geologi e/o segnalati dalla gente sono
stati rigonfiamenti del terreno, chiazze di granoturco ingiallito (come se fosse essiccato)
all’interno di campi con granoturco verdeggiante, pesci morti in alcuni canali (in totale
sono stati recuperati circa 30 quintali di pesce morto per asfissia), acqua calda in alcuni
pozzi per acqua.
Inoltre, un paio di giorni prima del forte evento del 20 maggio 2012, era stata notata
una notevole intensificazione dell’attività lutivoma dei vulcani di fango (noti con il
nome locale di “salse”) di Nirano, Ospitaletto, Puianello e Regnano nel pedeappennino
modenese-reggiano.
Diversi ricercatori, tra cui il sottoscritto, si sono occupati della catalogazione delle evi-
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denze cosismiche osservate. In particolare Emergeo , con anche l’aiuto di fotografie
aeree realizzate appositamente, ha censito in un’area di 1.200 kmq ben 1.362 effetti
sismoindotti che sono stati raggruppati in 485 liquefazioni, 768 fratture del terreno con
liquefazione e 109 fratture.
Nell’ambito di una tesi della Scuola di Dottorato ESS (Earth System Sciences) di Uni-
more e del Dottorato ‘Spinner’ EGEST (Effetti GEeologici Superficiali del Terremoto
emiliano 2012: studi finalizzati al miglioramento della sicurezza e sostenibilità dello
sviluppo territoriale) della Regione Emilia-Romagna (RER) è in corso di realizzazione
Figura 4. A sinistra, fratture nel terreno con fenomeni di liquefazione presso S. Carlo. (Ferrara)
indotte dal sisma del 20 maggio 2012. A destra, vulcanetto di sabbia per fenomeno di liquefazione
indotto dal sisma del 29 maggio 2012 presso Moglia di Gonzaga (Mantova).
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