Page 52 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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In ogni caso, il problema più importante e delicato dovuto alla sequenza sismica emilia-
na del 2012 ha riguardato la previsione dei terremoti. Anche se gli esperti hanno ripetu-
tamente sottolineato in tutte le sedi e in tutte le occasioni che non è possibile prevedere
i terremoti in termini di località epicentrale, tempo ed energia di loro accadimento, la
popolazione ha dato credito a vari allarmi infondati che sono stati diffusi in vario modo.
Per cui, ad esempio, nel settembre 2012, molte persone che erano tornati alle loro case
le hanno nuovamente abbandonate per paura in seguito alla previsione ingiustificata di
un imminente nuovo forte terremoto.
Le tragiche esperienze della popolazione terremotata hanno indotto molte persone
nella zona epicentrale e nei suoi dintorni a prestare particolare attenzione ai fenomeni
naturali che si verificano nel proprio territorio e a collegarli, a torto, a segni di premo-
nitori di terremoti per “somiglianza” con quelli sismoindotti. Di seguito alcuni esempi.
A metà febbraio 2013, ad Ambrogio (Ferrara), un getto di metano e acqua calda che
sgorgava dal terreno (definito “geyser” dalla stampa locale) aveva suscitato preoccupa-
zione fra la gente. Constatato che il getto proveniva da un vecchio pozzo metanifero
mal sigillato di cui si era persa memoria, l’allarme cessò.
A metà maggio 2013, a Campagnola Emilia (Reggio Emilia), comparvero dei “vulcanetti”
di terra dai quali fuoriusciva acqua, gas maleodorante e terriccio nero. Sono stati spie-
gati dagli esperti con l’innalzamento della falda che ha portato a giorno dei sedimenti
inquinati.
A metà agosto 2013, in periferia di Ferrara, fu segnalata con preoccupazione, con anche
risonanza mediatica, una frattura nel terreno lunga una ventina di metri e profonda
un metro simile a quelle verificatesi nella zona in occasione dei forti sismi del 2012.
Tale fessura e altre rilevate nelle vicinanze sono state spiegate con un comportamento
differenziale meccanico del terreno, in quanto si trovavano in corrispondenza di piani
di calpestio
Nella zona epicentrale molte persone osservarono, alcuni giorni prima e durante ile
scosse più forti del 2012, marcati innalzamenti del livello dell’acqua all’interno di pozzi
(confermati anche da registrazioni strumentali della falda freatica). In alcuni casi è stato
osservato anche un aumento della temperatura dell’acqua in pozzi di irrigazione, ma è
stato verificato che questo fenomeno era legato al surriscaldamento delle pompe per
acqua intasate da sabbia. Pertanto il ricordo di queste anomalie ha creato allarme e la
paura di un nuovo terremoto, quando nell’ottobre 2013 presso Rivara, luogo del mai re-
alizzato deposito gas, è stato segnalato con allarmismo un pozzo con acqua riscaldata.
Nel maggio 2014 a Bondeno (Ferrara) si osservò con preoccupazione un vulcanetto di
sabbia (Figura 6) in quanto del tutto simile a quelli verificatesi nel 2012 per fenomeni di
liquefazione (Figura 6). In questo caso il vulcanetto era invece dovuto ad un carotaggio
per scopi edilizi che ha intercettato una sacca di metano in pressione che ha spinto in
superficie acqua e sabbia.
Per evitare la diffusione di ulteriori allarmismi ingiustificati su fenomeni di questo tipo,
nel maggio 2014 la Regione Emilia-Romagna ha istituito un Gruppo di Lavoro finalizza-
to alla gestione delle segnalazioni dei “Fenomeni geologici particolari”. Del GdL fanno
parte geologi del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della RER ed esperti delle
Università emiliane (lo scrivente è il rappresentante di Unimore), dell’INGV, del CNR,
dell’Associazione Geologi RER.
I fenomeni geologici particolari riguardano: i) fuoriuscite di gas da pozzi per acqua o
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