Page 53 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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dal terreno; ii) comparsa di vulcanetti di fango o di sabbia; iii) presenza di fratture o di
sprofondamenti nel terreno; iv) pozzi per acqua con presenza di acque calde. La loro
catalogazione e spiegazione scientifica è fornita in un sito web appositamente realizza-
to (http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/geologia/temi/geologia/fenomeni-geologi-
ci-particolari).
Da maggio 2012 a novembre 2015 sono state inoltrate alla RER, principalmente dalle
zone dei terremoti del 2012, 54 segnalazioni di fenomeni geologici particolari. Feno-
meni di questo tipo sono noti da sempre e si inquadrano nel contesto geologico della
nostra regione. Non è stata riconosciuta alcuna relazione chiara di causa effetto tra le
segnalazioni ricevute e il manifestarsi di nuove scosse di terremoto.
In particolare, per quanto riguarda la segnalazione di un pozzo con acqua a 55°C a
Medolla, alcuni giorni prima del terremoto di M = 3,5 del 20 ottobre 2015 (epicentro
tra Mirandola e Poggio Rusco), gli esperti ritengono che il fenomeno sia dovuto ad un
processo di ossidazione di gas metano avvenuto alla presenza di batteri metanotrofi,
che avrebbe riscaldato il sottosuolo e di conseguenza l’acqua di falda. Questo proces-
so spiegherebbe anche il riscaldamento dell’acqua nei pozzi segnalato in alcuni casi
precedenti.
Conclusioni
Per quanto riguarda gli effetti ambientali sismoindotti, quelli più comuni rilevati sono
stati i fenomeni di liquefazione, caratterizzati dalla fuoriuscita di sedimenti sabbiosi da
fratture, vulcanetti e pozzi per acqua. Tali fenomeni non erano distribuiti in modo ca-
suale, ma erano in massima parte concentrati lungo allineamenti corrispondenti a corsi
d’acqua abbandonati (paleoalvei). È stato fondamentale rilevarli nell’immediatezza dei
principali eventi sismici in quanto nel tempo sono stati prima alterati e poi cancellati.
Gli effetti ambientali cosismici che in prima istanza sembravano del tutto nuovi ed ina-
spettati per la Pianura Emiliana (ne sono stati censiti oltre mille) sono risultati in realtà
una riedizione di effetti verificatisi in occasione dei terremoti di Ferrara del 1570 e di
Argenta del 1624 (entrambi con M = 5,5; I = 7,5-8)
Figura 6. A sinistra, vulcanetto di sabbia verificatosi in seguito ad un carotaggio nel maggio 2014
presso Bondeno (Ferrara). A destra, numerosi vulcanetti di sabbia indotti dal sisma del 29 maggio
2012 presso San Possidonio (Modena).
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