Page 55 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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Liquefazione delle sabbie durante gli eventi sismici del
             maggio 2012 in Pianura Padana: distribuzione areale e
             provenienza del materiale


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             Daniela Fontana , Stefano Lugli , Simona Marchetti Dori , Chiara Fioroni , Giovanni
             Bertolini b
             a   Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Unimore
             b   Servizio tecnico dei bacini degli affluenti del Po, Regione Emilia-Romagna
             Come conseguenza delle due principali scosse che hanno colpito la Pianura Padana
             centrale, si sono verificati numerosi effetti superficiali su un’area molto vasta (circa
             500 km ) che si estende per oltre 20 km dall’epicentro. Molti di questi effetti sono
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             stati chiaramente indotti (direttamente o indirettamente) da fenomeni di liquefazione
             delle sabbie e comprendono vulcani di sabbia, fuoriuscita di acqua e sabbia da pozzi
             domestici, fratture tensionali, fenomeni di espansione laterale e relative deformazioni,
             strutture di sprofondamento. L’intervento degli scriventi ha avuto come primo scopo
             la ricognizione e la mappatura sistematica di tutti questi fenomeni, avvenuta anche
             grazie all’utilizzo di un velivolo a motore adattato allo scopo. Questo ha permesso
             di ottenere un’immagine georeferenziata completa delle manifestazioni superficiali
             dell’intera area ed ha mostrato fin da subito che il maggior numero di processi di
             liquefazione erano concentrati nel ferrarese lungo la strada Statale SS255, che corre
             su un dosso morfologico allineato nord-est sud-ovest, tra S. Agostino e Mirabello.
             Quest’area, lunga 11 chilometri e larga uno, corrisponde ad un antico canale del
             Fiume Reno che è stato attivo fino alla fine del 18° secolo, quando il fiume fu deviato
             artificialmente. Lo scuotimento legato al terremoto ha prodotto una serie di fratture
             approssimativamente parallele al vecchio corso del fiume, ben visibili grazie allo
             scavo, effettuato dalla Regione Emilia-Romagna a scopo di studio del fenomeno, di
             una trincea artificiale aperta nei pressi di San Carlo poche settimane dopo le scosse
             principali. La sequenza sedimentaria esposta da questo scavo consiste di sedimenti
             sabbiosi riferibili ad un paleoargine e canale del Reno, di spessore totale di circa 7
             metri; tale sequenza è tagliata da numerosi dicchi ad alto angolo che rappresentano
             il riempimento di fratture distensive da parte di sabbie iniettate verso l’alto, visibili
             lungo l’intera sezione della trincea. In totale sono stati raccolti oltre 40 campioni, dei
             quali sono state analizzate la tessitura e la composizione petrografica allo scopo di
             comprendere meglio i meccanismi di liquefazione indotti da terremoti e di identifica-
             re i livelli di provenienza delle sabbie nel sottosuolo.

             Inquadramento geologico

             Il bacino della Pianura Padana è costituito da una successione Pliocenico-Quaternaria
             di origine marina e continentale, con uno spessore che raggiunge  4. 000 m. Nell’area di studio,
             i depositi Quaternari raggiungono uno spessore di 1, 5 km, mentre gli ultimi 15-20 m di que-
             sta successione hanno un’età molto recente, Olocenica (formatasi negli ultimi 10. 000 anni).
             Il sottosuolo di questa zona, per uno spessore di alcune centinaia di metri, è formato da

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