Page 59 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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lizzate in modo quantitativo sia la dimensione dei granuli che la composizione mine-
ralogica delle sabbie.
I dicchi sabbiosi sismo-indotti attraversano verticalmente o subverticalmente la sequen-
za sedimentaria. L’ampiezza delle fratture è variabile da pochi centimetri a circa 30 cm.
Prevalentemente si tratta di fratture singole, ma talvolta anche biforcate, che talvolta
sono parzialmente riempite da frammenti fangosi derivanti dal sedimento incassante
(Figura 3). La sabbia iniettata nelle fratture presenta strutture sedimentarie complesse,
come ad esempio livelli gradati di spessore variabile da 0,3 a 3 cm, che possono essere
longitudinali o perpendicolari ai margini di frattura (Figura 4).
Le fratture più grandi sono riempite da sabbia gradata parallelamente ai margini, con
una laminazione caratterizzata da livelli multipli di sedimento fine. La gradazione può
presentarsi sia normale (cioè con dimensioni dei granuli decrescente verso l’alto) che
inversa (cioè con dimensioni dei granuli crescenti). Strutture laminate simili si sono
osservate anche nei vulcani di fango formatisi nelle aree soggette a liquefazione nei
dintorni di San Carlo (Figura 5).
Figura 3. Esempio di dicco presente all’interno
della trincea scavata in località San Carlo
(Ferrara). La zona a sinistra del dicco risulta
ribassata a causa di espansione laterale. Sono
evidenti le laminazioni all’interno del dicco
dovute alla presenza di sottili veli argillosi. Tali
laminazioni sono in relazione con fasi multiple di
deposizione dovute al collasso della sabbia lungo
la frattura. Sono inoltre visibili locali riempimenti
di clasti siltosi originati dalla frantumazione
meccanica dei bordi della frattura (Fonte:
Fontana et al., 2015).
Figura 4. Esempio di dicchi sabbiosi
all’interno di sedimenti argillosi rilevati nella
trincea di San Carlo. Nella parte alta del
dicco più grande si può notare la presenza di
laminazione obliqua (Fonte: Fontana et al.,
2015).
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