La riforma dei percorsi universitari introdotta dal D.M. 270/04
Dall'anno accademico 2009-2010 Unimore, l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha adeguato l'offerta formativa di corsi di laurea, corsi di laurea a ciclo unico e corsi di laurea magisrale alla "Riforma 270/04".
Le novità principali della Riforma 270/04
- La centralità dello studente
- La riprogettazione dei percorsi formativi secondo la nuova disciplina si caratterizza per una maggiore attenzione,
rispetto al passato, alla coerenza interna che deve contraddistinguere il percorso universitario i
n relazione alle competenze che si intendono formare.
L'offerta formativa viene quindi riformulata prestando particolare cura alla definizione degli obiettivi formativi specifici del corso, ora espressi in modo analitico e dettagliato e in relazione agli sbocchi occupazionali; in più, per la prima volta, le attività formative vengono declinate anche in termini di risultati di apprendimento attesi da parte dello studente, in conformità ai descrittori di Dublino diffusi a livello europeo, e non più come semplice descrizione della didattica impartita. Si tratta di un'innovazione di grande rilievo che, ponendo lo studente al centro del processo formativo, capovolge il modo stesso di organizzare la didattica dei corsi di studio ed ha un grande impatto sui metodi di verifica dell'apprendimento degli studenti. - Attenzione all'adeguatezza della preparazione iniziale degli studenti
- La riforma 270 prevede come obbligatoria la verifica dell'adeguatezza della preparazione iniziale degli studenti rispetto al corso di studio prescelto,
per individuare le eventuali carenze formative, da colmare tramite appositi corsi di recupero, tali da consentire allo studente di frequentare poi con successo
le attività didattiche del corso universitario.
L'obiettivo è quello di coniugare il più ampio accesso ai corsi universitari con l'esigenza di consentire agli studenti di valutare l'idoneità della propria preparazione iniziale rispetto al corso di studio prescelto. - Le lauree magistrali prendono il posto delle lauree specialistiche
- Fermo restando il principio della consequenzialità dei corsi di studio secondo la logica del 3+2, le nuove lauree magistrali abbandonano il legame inscindibile con i corsi triennali tracciando il solo percorso del biennio, in modo tale da favorire una maggiore flessibilità curriculare e aumentare la mobilità e l'interdisciplinarità delle scelte operate dagli studenti. Di conseguenza vengono meno le lauree specialistiche articolate su 300 CFU (comprensivi dei 180 acquisiti per conseguire la laurea di primo livello), e si concentra l'attenzione dei nuovi corsi di secondo livello esclusivamente sulla formazione impartita nel biennio magistrale (120 CFU).
- Le nuove modalità di accesso alle lauree magistrali
- Nell'intento di bilanciare, da un lato, gli effetti determinati dalla frattura creata tra lauree di primo e secondo livello e di salvaguardare, dall'altro, la coerenza interna dell'offerta didattica proposta, assumono fondamentale importanza le modalità di accesso alle nuove magistrali: la verifica della preparazione iniziale degli studenti deve accertare, prima della eventuale immatricolazione, il possesso dei requisiti curriculari indicati come indispensabili per accedere al corso, nonché l'adeguatezza della preparazione personale iniziale. Nel caso in cui l'esito della verifica non sia soddisfacente, lo studente è tenuto a colmare le integrazioni curriculari necessarie in termini di crediti formativi prima dell'ammissione al corso.
- I corsi di studio interclasse
- La riforma 270 consente di attivare corsi di studio interclasse, ossia che rispondano agli obiettivi formativi di due classi di laurea diverse, caratterizzando quindi il percorso formativo per spiccati elementi di interdisciplinarità. Resta fermo il conseguimento del titolo di studio in una classe soltanto, che lo studente sceglie al momento della immatricolazione, ma che può modificare fino all'ultimo anno.