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Unimore,

un Ateneo da record

Si dice che i record siano fatti per essere battuti. Ma prima bisogna farli questi record.
E allora guardiamo, con la fredda esposizione dei numeri e la calda certezza dei risultati, l’apertura di questo 842° Anno Accademico, il quin-
to del mio rettorato ritornando, come un flashback, a quanto avevo annunciato il giorno del mio insediamento “Dobbiamo investire in sapere
perché il nostro Ateneo deve offrire la didattica più formativa e professionalizzante possibile”. I numeri? Per il quinto anno consecutivo sono
cresciute le immatricolazioni con un +33% passando da 6.440 matricole del 2013 alle 8.565 attuali. Siamo tra le prime venti grandi università
italiane. Siamo al primo posto in Italia, tra gli atenei generalisti, per occupazione di neolaureati. Più di tre laureati Unimore su quattro, il 76,4
per cento, si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso nello stesso Ateneo, la percentuale più alta a livello italiano tra gli atenei generalisti. Ci
poniamo al quarto posto, sempre tra i grandi atenei, per l’assoluta eccellenza della didattica nelle lauree triennali. Affermai anche che Unimore
doveva diventare sempre più un luogo di sapere. I risultati? Abbiamo dato un incredibile svolta all’innovazione didattica perché siamo stati tra
le prime università ad aderire al progetto del Ministero “Didattica per competenze”. Abbiamo oltre 1.500 realtà accreditate nella nostra piatta-
forma di placement e oltre 800 collaborazioni avviate con imprese per la ricerca e lo sviluppo industriale. Tre dipartimenti: scienze biomediche,
metaboliche e neuroscienze; scienze mediche e chirurgiche, materno infantili e dell’adulto e gli studi linguistici e culturali sono stati definiti dal
MIUR “dipartimenti eccellenti”. E negli ultimi quattro anni 7.000 pubblicazioni di nostri ricercatori sono apparse nelle migliori riviste scienti-
fiche mondiali. Unimore crede tanto nella sua “mission” d’investitrice in sapere che abbiamo facilitato, per quanto possibile, azioni di ricerca
e sviluppo condivise. Abbiamo finanziato la formazione di giovani ricercatori grazie (e non finirò mai di esprimere loro riconoscenza) ai nostri
“stakeholder” istituzionali come le Fondazioni Casse di Risparmio e le aziende del territorio a noi più vicine. Soprattutto siamo stati promotori
di cultura della imprenditorialità, di capacità e determinazione di far impresa (attraverso start-app e spin-off) da parte di ricercatori e studenti
del nostro Ateneo. Come la nostra terza missione accademica, sempre più punto di incontro tra la cultura, la voglia di fare ricerca e le esigenze
della società. È un Ateneo, il nostro di Modena e Reggio Emilia, sempre più allineato alle migliori università europee - e non solo - per la qua-
lità della ricerca scientifica, per la didattica e la formazione. Un’attività di internazionalizzazione operata attraverso percorsi formativi integrati
con università estere, di forza nell’attrarre docenti e ricercatori da ogni angolo del pianeta, di crescita di cooperazione internazionale e di azioni
rivolte alla promozione ed alla diffusione delle opportunità del programma Erasmus. E il nostro confronto con gli studenti, vera “cartina di tor-
nasole” di un moderno Ateneo, confronto sottolineato proprio da quei risultati che ho evidenziato, rappresenta per Unimore il miglior riscontro
che stimolare e coinvolgere uno studente, nelle sue attività di studio e ricerca, deve essere sempre un punto di partenza e mai di arrivo.
Ed allora viva il nuovo Anno Accademico 2017/2018 dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Angelo O. Andrisano

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