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Sconosciuto alla maggior parte dei modenesi (anche se era collocato al piano   presentazione dell’avanguardia modenese nello studio dell’anatomia umana”.
                  terra dello storico ex ospedale di Sant’Agostino) venerdì 9 febbraio è stato ri-  Il restauro del Teatro Anatomico è stato un impegno gravoso ma estremamente
 Inaugurazione    aperto al grande pubblico, il  settecentesco Teatro Anatomico completamente   affascinante – descritto dalla dottoressa Elisabetta Vidoni Guidoni, progettista e
                                                                                  direttrice dei lavori – per voler rispettare la struttura dell’opera come a metà del
                  restaurato grazie alla Regione Emilia Romagna, alla Fondazione Cassa di Rispar-
                  mio di Modena e all’Università di Modena e Reggio Emilia. Situato da sempre
                                                                                  1700. Per esempio le decorazioni della sala d’atrio e delle stanze attigue. L’aula
 del Teatro Anatomico restaurato  nella parte retrostante dell’ex ospedale, in via Berengario, è uno dei più anti-  è a forma d’anfiteatro, costituita da un unico volume di 12 metri per 10 con
                  chi e prestigiosi teatri anatomici d’Italia, il terzo per importanza dopo quello
                                                                                  altezza di 25 metri ed un ballatoio che corre tutt’attorno. In alto un controsof-
                  di Padova e l’Archiginnasio di Bologna. Il luogo ove gli studenti di medicina
                                                                                  fitto maschera e nasconde tutte le strutture lignee che reggono il tetto. In basso,
                  scoprivano, proprio grazie all’anatomia dei cadaveri, il corpo umano e le cause   alla fine dei gradoni del teatro, vi è un tavolo in legno – originale – sul quale i
                  principali delle malattie. Era, ed è, un anfiteatro allungato completamente in   docenti insegnavano ai futuri medici l’anatomia. Interessanti erano le posizioni
                  legno policromo, aperto nel 1775 e chiuso circa trentacinque anni fa.   dei gradoni, per esempio, la prima fila era riservata agli alunni del primo anno,
                  Qua si sono formate generazioni di medici, alcuni talmente famosi da essere   più a contatto con i cadaveri per capire se erano adatti alla professione medica.
                  rappresentati, in busto, nell’atrio d’ingresso, come Bernardino Ramazzini, Fran-  Altro aspetto storico salvaguardato sono stati gli spazi dedicati ai professori, in-
                  cesco Forti e Gabriele Falloppia. Il Magnifico Rettore di Unimore prof. Angelo   sieme alle aule per l’anatomia con gli enormi e pesanti tavoloni in marmo per
                  O. Andrisano, presente all’inaugurazione dopo il restauro, affiancato dal Sin-  lavare i corpi dei “condannati a morte” donati alla scienza. Sia il Sindaco Gian
                  daco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e dal Presidente della Fondazione C.R.   Carlo Muzzarelli che il Presidente della Fondazione C.R. di Modena Paolo Ca-
                  Modena Paolo Cavicchioli ha voluto sottolineare l’importanza di quest’opera.   vicchioli, che hanno tagliato il nastro con il Rettore prof. Angelo O. Andrisano,
                  “Aver restituito a Modena il suo Teatro Anatomico, ha significato ridare alla   hanno voluto sottolineare che il Teatro Anatomico diventerà parte integrante di
                  città uno spazio che già le apparteneva per storia e patrimonio culturale, rap-  un polo culturale della città sempre più attrattivo e propositivo. Ospiti d’onore
                                                                                                               all’evento i professori Giovanni Carbona-
                                                                                                               ra, ordinario di Restauro della Sapienza
                                                                                                               di Roma e Eugenio Gaudio, Magnifico
                                                                                                               Rettore della stessa. Relazioni sulle opere
                                                                                                               eseguite sono state illustrate dalla profes-
                                                                                                               soressa Elena Corradini in qualità di di-
                                                                                                               rettore del Polo Museale e dal prof. Anto
                                                                                                               De Pol ordinario di Istologia di Unimore.





                                                       L'aula magna della Fondazione Marco Biagi che ha ospitato l'evento




    Gian Carlo Muzzarelli,
    Anto De Pol, Eugenio Gaudio,
    Angelo Andrisano,
    Giovanni Carbonara
    e Elena Corradini
















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