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Figura 6. Reddito disponibile delle famiglie pro-capite.
Fonte: Documento di Analisi e Programmazione Strategica Triennale (DAPST) – Revisione 3 – 2020, ART- ER
Le Startup innovative nate e/o transitate in Emilia-Romagna nel periodo 2013-2020 sono 1.821, con la
maggior concentrazione nel territorio di Bologna, seguita dalla provincia di Modena al secondo e dalla
provincia di Reggio Emilia al quarto posto.
Con riferimento all’anno 2019, gli spin off universitari in Emilia-Romagna attualmente attivi sono 160,
con spazi di crescita molto consistenti anche in futuro. Sono stati 43 gli spin off incubati nella storia di
Unimore, di cui 12 negli ultimi 4 anni. Di questi – dato rilevante – 27 sono ancora imprese attive e alcune
si sono consolidate sul mercato.
I DIVARI DA COLMARE
L’Emilia-Romagna mostra, a livello nazionale, un ottimo posizionamento su molti indicatori in ambito di
istruzione, ricerca e innovazione, sensibilmente migliori rispetto al dato medio italiano e dell’area nord-
est. Su alcuni di questi indicatori, tuttavia, permane un ritardo rispetto alla media europea, e in particolare
in rapporto a quelle regioni che costituiscono il vero benchmark competitivo per l’Emilia-Romagna in
ambito di specializzazioni manifatturiere (es., Baden Württemberg, Nord Reno Vestfalia). È un ritardo da
colmare in fretta, soprattutto alla luce delle esigenze pressanti del futuro post-pandemia, sia per
fronteggiare i bisogni urgenti e profondi del sistema economico e sociale sia per valorizzare al massimo
le opportunità di investimento rese disponibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dagli
altri fondi nazionali e comunitari erogati in supporto alla ripresa.
Analoghe riflessioni possono essere fatte sul livello di istruzione. In linea con la strategia di Europa 2020
di riduzione della dispersione scolastica. L’Emilia-Romagna negli ultimi anni ha ridotto la quota dei
giovani di 18-24 anni che abbandonano precocemente gli studi, arrivando all’11% del 2019 (a fronte della
media nazionale del 13%). Sempre nel 2019, tra i residenti adulti dell’Emilia- Romagna, il 25% possedeva
un titolo di studio terziario (laurea o post-laurea), dato superiore a quello nazionale (23%) e del Nord-Est
(22%). Tuttavia, questo dato è ancora distante dal 37% rilevato nell’UE e dal target del 40% fissato nella
Strategia Europa 2020.
L’urgenza nel recupero di questo divario è accresciuta dalla evidente correlazione tra crescita
occupazionale e livello di istruzione. Nel 2019, la crescita degli occupati regionali risulta infatti trainata
dall’aumento dell’occupazione delle persone con diploma (+12.400 occupati, pari a +1,3% rispetto al
2018) e soprattutto con laurea e titolo post-laurea (+21.600, +4,5% rispetto al 2018), mentre gli occupati
con titolo inferiore al diploma risultano in sostanziale contrazione. Gli occupati con titolo di laurea
raggiungono la quota del 24,7% del totale, al di sopra del dato del Nord Est (22,6%) e di quello nazionale
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