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Capire e curare le demenze
Contributo fondamentale al progetto Dipartimento nali (trials) che hanno lo scopo di studiare effi- affetto, dalla epidemiologia, all’identificazione
di Eccellenza di Neuroscienze è dato dal Centro di cacia e tollerabilità di nuovi farmaci potenzial- di fattori di rischio prima non noti, dalla miglior
Neurologia Cognitiva, dedicato alla diagnosi e cura mente in grado di modificare l’evoluzione della comprensione della storia naturale della malattia
di pazienti con demenza o disturbi cognitivi di va- malattia di Alzheimer. Da poco a queste si è ag- e delle sue varie manifestazioni cliniche, all’effi-
ria severità conseguenti a malattie neurodegenera- giunta la prima sperimentazione di un farmaco cacia di eventuali nuovi trattamenti sperimentali.
tive fra cui malattia di Alzheimer, demenza a Corpi mirato alla cura della demenza frontotemporale I benefici indiretti che le persone con demenza
di Lewy, demenza Fronto-Temporale. Il Centro è (il nostro Centro è fra i soli 4 selezionati in tutta ricevono dal partecipare alla ricerca clinica consi-
specializzato nella cura di pazienti in cui il distur- Italia per questa sperimentazione). stono nell’essere frequentemente ed attentamente
bo cognitivo è precoce (ovvero esordito prima dei monitorati durante gli studi, ed, appunto, nel con-
65 anni) o necessita di diagnosi differenziale com- Perché è importante partecipare alla ricerca tribuire ad ottenere informazioni che potranno
plessa. Vi operano neurologi accademici, logope- clinica se si ha una diagnosi di demenza? aiutare altre persone in futuro. Essendo le demen-
disti, biologi afferenti al Dipartimento, unitamente La partecipazione alla ricerca clinica è un atto di ze neurodegenerative ad alta ereditabilità, non è
a neurologi ospedalieri (fra cui la Dr.ssa Annalisa generosità da parte del paziente, che solitamente inverosimile pensare che quelli che oggi sono i
Chiari, che ne è il responsabile clinico), medici in non riceve alcun beneficio diretto, ma che con- figli o nipoti del paziente stesso, possano un do-
formazione specialistica e neuropsicologi. tribuisce all’avanzamento della conoscenza di mani direttamente beneficiare di quello che il loro
Chiediamo alla Prof.ssa Giovanna Zamboni, diversi aspetti della forma di demenza di cui è genitore/nonno ha contribuito a conoscere.
associato di Neurologia e responsabile scien-
tifico del Centro di Neurologia Cognitiva,
quale tipo di ricerca si svolge nel Centro.
Si tratta di ricerca clinica che cioè coinvolge di-
rettamente i pazienti con varie forme di demenza
o con disturbi cognitivi di diverso tipo e severi-
tà, e che quindi è - in un certo senso - più vicina
al paziente che al laboratorio. Alcuni progetti di
ricerca hanno uno scopo concreto e descrittivo
delle diverse malattie, per esempio di quale sia
la loro effettiva frequenza e da che sintomi sia-
no caratterizzate. A tale scopo, per esempio, il
Centro ha recentemente pubblicato uno studio
epidemiologico sulle demenze ad esordio giova-
nile condotto su tutta la popolazione modenese,
rivelandone, per la prima volta, una prevalenza
di 74 casi ogni 100.000 abitanti. Altri progetti di
ricerca hanno uno scopo più teorico, e permet-
tono di capire come funziona il cervello umano
in aspetti ancora non del tutto chiari alle neuro-
scienze, mettendo in relazione, ad esempio, spe-
cifici sintomi cognitivi o comportamentali pre-
sentati dai pazienti con demenza con la forma e
funzione del loro cervello misurati con tecniche
di neuroimaging. Infine il Centro da molti anni Prof.ssa Giovanna Zamboni
partecipa a sperimentazioni cliniche internazio-
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