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IL PROF. STEFANO CASCINU È DAL NOVEMBRE 2015 IL PRIMARIO DELLA clinica, il decorso, le cure.
STRUTTURA COMPLESSA DI ONCOLOGIA DEL POLICLINICO DI MODENA. Mi viene sempre in mente quel quadro del Caravaggio chiamato “Il Bacchino
ONCOLOGO DI FAMA INTERNAZIONALE CON ESPERIENZA ANCHE NEGLI malato”. Quel viso sofferente che non è oncologico in quel caso verosimilmente,
STATI UNITI. DOPO PARMA ED ANCONA È ARRIVATO A MODENA VOLUTO però quella è una persona che soffre e noi possiamo anche essere ultratecnolo-
FORTISSIMAMENTE DAL MAGNIFICO RETTORE DI UNIMORE PROF. AN- gici ma poi quando si va a fare il giro dei reparti a volte basta un semplice sorriso
GELO O. ANDRISANO, NELL’AMBITO DI QUEL PROGETTO DI METTERE AI per trasformare una cattiva sanità in una buona.
VERTICI DELLA SANITÀ MODENESE SOLO FIGURE MEDICHE DI ALTISSIMA
ESPERIENZA E PROFESSIONALITÀ. IL PROF. CASCINU È STATO PER ANNI IL Prof. Cascinu se lei per miracolo avesse una bacchetta magica come la userebbe
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA ED nella sua attività?
È AUTORE DI DECINE DI PUBBLICAZIONI PER LA RICERCA E LA LOTTA AI Nel mio lavoro quotidiano mi piacerebbe usarla per costruire quei percorsi mo-
TUMORI. SPOSATO HA UN FIGLIO PROSSIMO STUDENTE UNIVERSITARIO. derni che noi dobbiamo fare e con i quali ci scontriamo quotidianamente, dal-
le compatibilità economiche per esempio, alle compatibilità con gli spazi. Per
Il Magnifico Rettore nelle interviste afferma che uno dei pregi nella sua opera al esempio a Modena c’è una tradizione fortissima di genetica oncologica di tutte
vertice dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia è stato quello di essersi circondato le alterazioni molecolari che predispongono ad un rischio familiare di neoplasia.
di eccellenze. Lei si definisce un’eccellenza? Mi piacerebbe che questo diventasse uno dei punti di richiamo della nostra at-
No, non mi sento un’eccellenza mi sento una persona che ha lavorato, lavora e tività nel senso che in questa situazione ci sono due aspetti, l’aspetto dei malati
lavorerà anche molto duramente su un settore di ricerca che è l’oncologia. Che di quella famiglia e la paura dei sani di diventare malati perché sono portatori di
ha prodotto scientificamente cose oneste di potenziale uso terapeutico non solo un’alterazione che non è una condanna ma sicuramente una forte predisposizio-
come Stefano Cascinu ma all’interno di un magnifico team e questa è una delle ne. Ecco sicuramente questi non hanno ancora, tutto sommato, dei percorsi di
cose di cui vado orgoglioso. Pensi che due delle persone del gruppo di giovani che diagnostica e terapeutici così ben radicati per questioni che sono sia economiche
mi hanno seguito una adesso è il direttore a Cagliari e l’altro è diventato direttore che organizzative. Mi piacerebbe inoltre avere un “day ospital” in cui accoglienza,
ad Ancona sostituendomi quando sono andato via io. Due medici, oltretutto gio- competenza e tecnica siano esattamente compatibili. Penso che a nessuno di noi
vani di 43 e 47 anni. In questo credo di aver fatto un eccellente lavoro ma per il piaccia stare in una sala d’attesa scomoda, super affollata, con poca privacy dove
resto penso di essere una normale persona che lavora. Come penso che la cosa si è costretti a fare terapie davanti a tutti. Quest’edificio potrebbe diventare ef-
migliore per chi ha ruoli di responsabilità sia quello di portare avanti i giovani e far fettivamente una di queste opportunità per l’ospedale, per i pazienti ma anche
raggiungere loro dei traguardi sapendoli motivare. Egoisticamente però c’è da per l’Università come ricerca. Mi piacerebbe che diventasse un polo di oncologia
dire che quando uno lavora con i giovani trova anche le motivazioni per se stesso – ematologia perché i rapporti sono veramente buoni con il professor Luppi e
per andare avanti. Vivo ed opero in un ambiente di lavoro eccellente , punto.. della costruzione di un nuovo modo di fare salute in termini di assistenza ma an-
che di fare ricerca. Con il professor Luppi abbiamo un centro di studi di fase 1 per
Perché c’è stato un salto di qualità a Modena con il suo arrivo? lo studio di molecole mai testate nell’uomo e non lo abbiamo fatto da separati,
Forse per la mia capacità di motivare le persone e riuscire a farle lavorare in un abbiamo deciso che era un unico grande gruppo dell’ematologia e dell’oncologia
clima sereno dove ciascuno possa dare il meglio. È chiaro che quando si opera con e quindi abbiamo un centro di fase 1 grazie all’impegno finanziario dell’azienda
un gruppo molto numeroso è difficile accontentare tutti però se si riesce a dare ospedaliera che ci ha dato questa possibilità di collaborare e colloquiare. Mi pia-
lo spazio a ciascuno e farlo crescere allora il docente universitario ha raggiunto cerebbe che questo diventasse un patrimonio condiviso tra università, azienda
il suo scopo. Saper trasmettere ad altri quello che tu hai acquisito facendo sì che ospedaliera, popolazione e città.
quel sapere diventi un valore aggiunto, rendendo il tuo allievo più motivato, forte
e consapevole. Il 26 febbraio ha avuto l’onore e l’onere della prolusione dell’inaugurazione
dell’842° Anno Accademico.
Prof. Cascinu cosa differenzia la cattiva dalla buona sanità? Ho voluto fare una panoramica di quello che è stata l’oncologia in questi millen-
Questo è uno degli argomenti che si stanno dibattendo in questi anni. L’opinio- ni ovviamente focalizzando su quelle che sono le nostre aspettative e ho voluto
ne pubblica è portata a pensare che la buona medicina si soprattutto legata agli appunto fare il punto su quello che dovrebbe fare la politica, l’amministrazione e
aspetti tecnologici, cioè si pensa che avere i macchinari più evoluti ed avanzati al una società civile. Se noi non mettiamo mano ad alcuni interventi di politica “so-
mondo equivalga a fare buona medicina solo perchè si riescono a fare diagnosi cio-sanitaria” il problema cancro in futuro sarà molto simile alle epidemie della
accuratissime e quindi terapie molto più mirate. Ma io temo però che per fare peste e del vaiolo del medioevo cioè avremmo un’epidemia incontrollabile. Sono
buona sanità bisogna aggiungere anche qualcos’altro, cioè ricordarsi che abbia- usciti i dati dell’organizzazione mondiale della sanità e quest’anno sono attesi 8
mo sempre a che fare con una persona in carne ed ossa. Ed allora sì, la tecnologia milioni di morti nel mondo per cancro ma nel 2030, non nel 2100, saranno 13
aiuta e aiuta tantissimo, ma guai se scordiamo che il fine ultimo è curare un essere milioni. Ci sarà un 70% di diagnosi in più, allora uno si domanda: io posso cura-
umano malato perché in questo caso abbiamo fatto una medicina perfetta dal re o cercare di curare i malati ma la sfida è di cercare di diminuire il numero di
punto di vista tecnologico e diagnostico ma cattiva dal punto di vista della perce- ammalati e so che posso farlo. Per esempio prendiamo il problema del fumo tra
zione per chi abbiamo davanti. Il buon medico deve innanzitutto saper comuni- gli adolescenti che cominciano a fumare per un motivo di disagio o emulazione
care bene e costantemente al malato stesso, ai familiari, agli amici la situazione ecc.. L’80% di questi adolescenti sono ragazzi e ragazze che avranno un’alta pro-
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