Page 7 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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Prefazione
Angelo. O. Andrisano
Magnifico Rettore Unimore
Questo volume esce a quattro anni esatti dai giorni in cui, a partire dal 20 maggio 2012, una
serie di scosse di terremoto catastrofiche colpirono la vita degli abitanti del territorio modene-
se-reggiano e la realtà produttiva dell’Area Nord della Regione Emilia-Romagna.
Unimore fa parte, e si connota da sempre, come un interlocutore primario di questo territorio,
con il quale quotidianamente dialoga e interagisce. Un ruolo questo pienamente confermato
in occasione del terremoto del 2012, rispetto al quale l’Ateneo modenese-reggiano ha reagito
sia prontamente con azioni di aiuto e sostegno, sia con un ruolo di supporto, esplicato tuttora
attraverso azioni di ricerca e di interventi realizzati a sostegno della ripresa, interfacciandosi
con le forze produttive e le istituzioni locali.
Già all’indomani della prima violenta scossa del 20 maggio, uno dei primi concreti aiuti a
sostegno delle popolazioni modenesi colpite dal terremoto fu la decisione, presa unanime-
mente dai componenti del Consiglio di Amministrazione di Unimore, di devolvere, sul conto
corrente aperto dall’Amministrazione provinciale di Modena per l’aiuto ai terremotati, l’intero
valore dei gettoni di presenza relativi alle sedute del 22 e 29 maggio (ovviamente nessuno
il 20 maggio immaginava che il 29 maggio ci sarebbe stata un’altra imprevedibile fortissima
scossa, cui ne seguirono molte altre). Inoltre, il SIRS – Sistemi Informatici Reti e Sistemi dell’A-
teneo – fornì in prestito 30 telefoni voip e alcuni apparati di rete al Comune di Mirandola per
l’allestimento di una sede di emergenza all’interno di una scuola, rendendosi nel contempo
disponibile a mettere a disposizione materiali e competenze per la salvaguardia dei dati.
Fra le azioni prese nell’immediato dai massimi organi accademici vi fu la chiusura precau-
zionale dell’Ateneo per poter effettuare controlli e verifiche di stabilità e sicurezza su tutte
le strutture accademiche affidati all’Ufficio tecnico e ad un gruppo di ingegneri ed esperti
all’uopo incaricati. Per consentire il completamento dei sopralluoghi, il 30 maggio si decise di
prorogare precauzionalmente la chiusura di tutte le strutture accademichedi Unimore, nelle
sedi sia di Modena che di Reggio Emilia, fino a venerdì 1 giugno compreso. Di conseguenza,
le attività didattiche e lavorative in quelle giornate vennero tutte sospese e rinviate a dopo la
riapertura.
A fronte dell’imprevedibile tragedia cui si era assistito impotenti, il pensiero di quanti erano
preposti alla gestione dell’Ateneo è stato rivolto, oltre che alle vittime del terremoto e alle loro
famiglie, anche alla sicurezza degli studenti e dei lavoratori di Unimore. Quanto accaduto ave-
va dimensioni tali da richiedere l’adozione di misure precauzionali eccezionali, in primis l’at-
tivazione di attente verifiche e controlli su tutte le strutture deputate alla didattica, alla ricerca
e all’attività lavorativa dei dipendenti dell’ateneo, a seguito delle quali fu possibile concludere
che nessuna delle strutture tanto a Modena che a Reggio Emilia avesse subito lesioni o danni
tali da suggerirne una sua permanente inagibilità. A questo proposito, occorre ricordare tut-
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