Page 12 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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e di individuare strategie operative adeguate. Pur non essendone certi, pensiamo che
i risultati delle ricerche condotte e la loro pubblicazione possano essere di riferimento
per studiosi e operatori che si trovano a dover fronteggiare situazioni di emergenza.
Mentre eravamo impegnati nella raccolta dei dati, non abbiamo potuto fare a meno di
notare di non essere gli unici del nostro Ateneo a svolgere attività nelle zone colpite
dal terremoto. Eravamo ovviamente a conoscenza del fatto che vari docenti e studenti
del nostro dipartimento di Educazione e Scienze Umane si fossero attivati per fornire
sostegno alle popolazioni colpite. Inoltre, anche i comunicati stampa che via via usci-
vano testimoniavano la fervente attività messa in campo da altri docenti di Unimore. Le
risposte di aiuto e di coinvolgimento non erano naturalmente solo a livello di singoli,
di Dipartimenti o di gruppi di ricerca, ma anche di coordinamento generale, vale a
dire gli interventi messi in essere dall’Ateneo e dall’Amministrazione centrale, come
ad esempio le misure prese dal Consiglio di Amministrazione all’indomani della prima
scossa per venire incontro alle esigenze degli studenti più colpiti circa, ad esempio, il
pagamento delle tasse universitarie.
Gli interventi attuati nell’immediato per fronteggiare la situazione non sono però termi-
nati quando il livello di emergenza si è abbassato. Come si può evincere dalla lettura
dei contributi di questo volume, anche negli anni successivi molte azioni di ricerca, so-
stegno e aiuto per favorire la ripresa sono continuate e sono, a quattro anni di distanza
dal maggio 2012, ancora in essere. È emersa quindi l’opportunità e l’utilità di documen-
tare le iniziative messe in atto a differenti livelli dai docenti e ricercatori di Unimore, un
progetto voluto e supportato in prima persona dal Rettore Angelo O. Andrisano, che
ha ottenuto la piena adesione e collaborazione di quanti in Unimore si erano e sono
tutt’ora coinvolti in azioni per fronteggiare l’emergenza e sostenere la ripresa.
In senso lato, si può affermare che molte delle attività svolte da Unimore e dai suoi do-
centi in risposta al terremoto sono strettamente legate a quella che viene oggi definita
“terza missione” dell’Università, in aggiunta ai compiti di didattica e di ricerca, vale a
dire la valorizzazione della conoscenza ai fini dello sviluppo del territorio, su un piano
sociale, culturale ed economico. In altre parole, si chiede agli Atenei di non limitarsi
a svolgere attività di insegnamento e di ricerca, bensì di contribuire con le proprie
conoscenze allo sviluppo e alla valorizzazione delle risorse del territorio. L’Università
diventa così un “attore” importante della comunità, che si nutre da essa e allo stesso
tempo opera per il suo progresso in uno scambio che non può che essere sinergico.
Numerosi contributi presentati in questo volume sono perfetti esempi di terza missione,
dalle attività svolte ai fini del contenimento dell’emergenza sismica e della ricostruzio-
ne allo sviluppo di progetti e centri per il fronteggiamento della situazione, dall’aiuto
fornito per contenere l’emergenza ospedaliera alla costituzione di gruppi di ricerca
multidisciplinari impegnati ad analizzare il fenomeno terremoto da molteplici punti di
vista e ambiti disciplinari.
Rientrano nell’ambito della terza missione pure le lezioni rivolte alla cittadinanza che
hanno visto impegnati vari docenti, anche a scopo di informazione e divulgazione
scientifica, con l’adozione talvolta anche di un approccio laboratoriale.
Sono infine molti i contributi che riportano esperienze di ricerca, con implicazioni teo-
riche ma anche e soprattutto pratiche, finalizzate a comprendere e rispondere al meglio
all’emergenza, oltre che a fornire spunti utili per fronteggiare in generale in modo
efficace eventi catastrofici. Vari contributi infine si caratterizzano come vere e proprie
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