Page 11 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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Introduzione


             L’Università, il terremoto e la comunità


             Dino Giovannini, Loris Vezzali







             Non vi è alcun dubbio sul fatto che la serie di terremoti del 2012 in Emilia-Romagna
             abbia rappresentato uno degli eventi più terrificanti della vita di molte persone, so-
             prattutto di quelle che si trovavano nella zona del cratere. Come probabilmente per
             altri eventi simili, i momenti peggiori non sono stati soltanto al momento delle scosse,
             quanto nelle settimane e nei mesi successivi, soprattutto di notte, quando l’ansia e la
             paura che il terremoto tornasse a colpire erano diventate sensazioni familiari e difficili
             da eliminare. Siamo convinti che questo terribile evento abbia segnato tanti di noi che
             viviamo in Emilia-Romagna, anche perché convinti a lungo, erroneamente, di abitare
             in una zona non sismica e dunque mai toccati dal pensiero di poter vivere in prima
             persona una tale esperienza.
             Come altri eventi catastrofici, anche in questo caso il terremoto ha stimolato una rispo-
             sta poderosa da parte di persone, gruppi, associazioni e istituzioni che a vario titolo si
             sono attivati in molti modi per il sostegno alla popolazione colpita, mettendo in atto
             comportamenti di aiuto, come, ad esempio, donazioni e, soprattutto, una consistente
             attività di volontariato.
             Anche noi, in quanto docenti di Psicologia sociale, ci siamo resi conto della possibilità
             e opportunità di intervenire, naturalmente nell’ambito delle nostre competenze. Nelle
             settimane immediatamente successive alle scosse di maggio, insieme ad alcuni nostri
             colleghi psicologi dello sviluppo e dell’educazione, ci siamo chiesti cosa potessimo
             fare, anche nell’ottica di poter essere di aiuto alle persone più colpite e in generale per
             la popolazione terremotata.
             Per dare in qualche modo risposta alle domande che ci siamo posti, siamo andati nelle
             zone del cratere e abbiamo preso contatto con scuole e Comuni colpiti dagli eventi
             sismici, appurando che le due principali richieste che sono emerse, soprattutto dagli in-
             segnanti e dai genitori, erano relative a due aspetti che possono essere così sintetizzati:
             (1) quali sono i fattori che favoriscono l’aiuto reciproco tra le vittime, anche tenendo
             conto del contesto fortemente multiculturale del territorio emiliano? (2) come possono i
             bambini far fronte allo stress provato in conseguenza del terremoto, tenendo conto del-
             la particolare vulnerabilità che caratterizza questa fascia di età? Si è così deciso insieme
             di fare delle ricerche utili a produrre conoscenze e a chiarire le varie problematiche che
             erano emerse così come le potenziali soluzioni.
             I risultati degli studi che abbiamo in seguito condotto hanno fornito risposte a nostro
             avviso rilevanti, che abbiamo “restituito” alla popolazione in una serie di incontri pub-
             blici. In tali incontri abbiamo in particolare discusso dei risultati insieme agli insegnanti
             delle scuole coinvolte, nell’ottica di dare una risposta alle problematiche via via emerse

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