Page 152 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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Figura 4. Acetaia ACETUM (Villa Motta). Foto di Daniele Roversi.
Anche nel settore imprese dell’Emilia-Romagna è però necessario introdurre una di-
stinzione presente a livello nazionale. Infatti, sebbene la maggior parte delle attività
produttive sia tutelata dall’assicurazione, la sensibilità al rischio varia a seconda della
dimensione aziendale. Nella fascia più bassa delle medie imprese, così come nelle
piccole e nelle micro, vi sono ancora oggi molte imprese senza coperture. Le ragioni si
riscontrano da un lato nel mercato assicurativo italiano, il quale in questi segmenti non
ha mai adottato politiche commerciali volte ad offrire massivamente il rischio. I prodotti
sono rivolti perlopiù verso i segmenti più alti del mercato. Dall’altro lato, a livello na-
zionale, la mancanza di una legge nazionale sulle calamità naturali non ha incentivato
l’interesse e la sensibilità al rischio in questi settori.
Il mercato assicurativo successivamente al sisma
Per le compagnie assicurative, da un punto di vista interno, il terremoto del 2012 ha
modificato il modo di osservare e valutare le calamità naturali.
L’Emilia, come descritto precedentemente, non era considerata ad alto rischio, per-
tanto in seguito al sisma le compagnie assicurative hanno variato i modelli statistici e
di valutazione in queste aree. In particolare, il riflesso delle modifiche apportate nella
valutazione del rischio ha la sua espressione nel pricing delle polizze. Oggi il prezzo a
cui questa garanzia viene offerta è infatti molto alto in quanto è influenzato dai tempi di
ritorno che intercorrono tra un evento e l’altro. Precedentemente al sisma, la frequenza
con la quale accadevano questi eventi era considerata nell’ordine di 10-25 anni. Oggi
invece questi tempi si sono drasticamente accorciati con frequenza di accadimento sui
4-5 anni. Gli episodi particolarmente intensi come il terremoto di Messina o dell’Irpinia
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