Page 107 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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della stessa età residente in comuni della provincia con caratteristiche socio-demografi-
che ed ambientali simili ma più lontane dall’epicentro del sisma: ciò conferma quanto
già riportato a livello internazionale, ovvero la possibilità di una persistenza a lungo
termine di manifestazioni sintomatologiche correlate al PTSD in particolari sottogruppi
3, 16
della popolazione, quali i bambini e gli adolescenti .
Anche situazioni indicative di difficoltà comportamentali evidenziate attraverso la com-
pilazione di SDQ sono apparse diffuse nei bambini e nei preadolescenti residenti nella
zona del cratere sismico: potenziali fattori di vulnerabilità meritevoli di attenzione per-
ché indicativi di uno stato di disagio appaiono, quindi, presenti e diffusi nella popola-
zione da noi investigata.
La prevalenza di PTSD osservata nella nostra indagine è, comunque, risultata inferiore
a quella riportata da analoghi studi internazionali e nazionali 3, 4, 7 . I confronti con altre
ricerche sono difficili e non sempre appropriati da un punto di vista metodologico, sia
a causa dei diversi metodi diagnostici utilizzati, sia a causa delle differenze nell’intensità
dell’evento sismico, dei danni da esso provocati e delle condizioni socio-economiche
delle popolazioni coinvolte. Tuttavia, una diffusione più limitata di PTSD come quella
osservata nella nostra provincia potrebbe, almeno in parte, trovare spiegazione non
solo nell’entità dei danni prodotti dal terremoto, più contenuta anche rispetto ad altri
terremoti avvenuti nel nostro Paese, ma anche e soprattutto nella presenza di specifici
fattori protettivi quali, tra gli altri, l’esistenza di una buona rete sociale e assistenziale,
particolarmente sviluppata nel nostro territorio, che è stata in grado di fornire un im-
mediato e prolungato sostegno ed aiuto, anche, ma non solo, di natura psicologica, alla
popolazione maggiormen-
te colpita.
Questo tipo di studi evi-
denzia la necessità di inter-
venti clinici post-terremoto
non solo nelle prime ore,
nei giorni e nei mesi suc-
cessivi all’evento trauma-
tico, ma anche a distanza
di uno/due anni . Se la
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maggior parte dei bambini
e degli adolescenti manife-
sta una riduzione progres-
siva della sintomatologia,
anche grazie ad interventi
tempestivi, altri manifesta-
no difficoltà psicologiche
che tendono a persiste-
re nel tempo; altri ancora
possono sviluppare una
sofferenza con esordio più
tardivo ma tendente alla
cronicizzazione. Genitori e
Figura 7. Tendopoli allestita nel comune di Cavezzo. insegnanti devono quindi
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