Page 114 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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Stress causato dal terremoto e percezione di far parte di un unico gruppo
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I risultati presentati nel paragrafo precedente sono stati estesi nel secondo studio , nel
quale si è cercato di replicare quanto già ottenuto considerando un campione differen-
te e misure validate dal punto di vista statistico ai fini della determinazione del grado
di esposizione al terremoto. Un ulteriore obiettivo era quello di indagare i fattori che
riducono lo stress associato al terremoto.
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Un possibile limite dello studio descritto nel paragrafo precedente è che, per misurare
il grado di esposizione al terremoto, ci siamo basati su una misura costruita ad hoc. In
questo studio abbiamo allora utilizzato una misura che valuta i sintomi post traumatici
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da stress ampiamente usata in ambito clinico . In particolare, abbiamo analizzato se un
maggiore stress evidenziato da questa misura fosse associato a una maggiore percezio-
ne che vittime italiane e straniere costituiscano un unico gruppo. Da un lato, si potreb-
be obiettare che tale misura si riferisce a uno stress strettamente personale e che quindi
non dovrebbe essere legato alle relazioni con gli altri individui. Dall’altro, però, lo stress
è chiaramente riferito a un evento (il terremoto) percepito dalle vittime come riguardan-
te tutta la comunità, per cui è sensato (sulla base di quanto esposto sopra) ipotizzare
che la sofferenza comune porti a stringere legami con le altre persone coinvolte. Anche
in questo caso, tuttavia, ci si aspetta che tale associazione emerga solo per gli stranieri,
in quanto l’effetto “terapeutico” a livello sociale dello stress da terremoto potrebbe non
presentarsi nel campione italiano, “frenato” da considerazione materialistiche derivanti
dalla minaccia percepita posta dal gruppo straniero.
In questo studio abbiamo indagato anche la minaccia posta dall’altro gruppo come
antecedente dello stress da terremoto. Nonostante infatti ipotizziamo un effetto “bene-
fico” dello stress sulla percezione di appartenere a uno stesso gruppo (e dunque sui
comportamenti prosociali), il PTSD (a cui si riferisce la misura di stress che abbiamo
usato) rimane comunque un disturbo clinico molto deleterio per la persona e occorre
comprenderne anche le possibili cause dovute alla particolare situazione e al contesto
multietnico. La minaccia posta dall’altro gruppo costituisce una variabile molto impor-
tante in psicologia, generalmente associata a relazioni tra i gruppi peggiori. In questo
caso, ci siamo concentrati sulla minaccia economica (ricevere meno aiuti dalle istituzio-
ni perché parte di essi dovrà andare all’altro gruppo) e sulla minaccia comportamentale
(dovuta a comportamenti negativi di membri dell’altro gruppo verso membri del pro-
prio gruppo). Le ipotesi sono state testate in un campione di 711 vittime del terremoto
della provincia di Modena di età media pari a 41,24 anni. Di questi, 589 erano italiani
e 122 erano stranieri, provenienti da Asia (41,8%), Est Europa (28,7%), Africa (26,2%),
Europa Occidentale (2,5%), Sud America (0,8%). I partecipanti, genitori di alunni di
scuole della provincia di Modena, hanno compilato un questionario circa sei mesi dopo
i terremoti di maggio.
I risultati hanno anzitutto mostrato un livello di minaccia sia comportamentale sia eco-
nomica posta dall’altro gruppo media, senza grosse differenze tra italiani e stranieri. Il
livello medio di sintomi di PTSD (i cui valori sono compresi tra 0 e 75 nella scala da
noi utilizzata, con valori superiori a 26 che denotano un forte impatto dell’evento) era
sensibilmente elevato, oscillante tra 40 e 42 per italiani e stranieri. Replicando quanto
ottenuto nello studio presentato nel paragrafo precedente, gli stranieri tendevano a
percepirsi molto più come un gruppo unico rispetto agli italiani (Figura 2).
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