Page 123 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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I bambini e il terremoto: strategie per fronteggiare lo
             stress


             Alessia Cadamuro, Annalisa Versari, Loris Vezzali, Dino Giovannini
             Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, Unimore








             Quando un individuo vive in prima persona una catastrofe naturale, come un terre-
             moto, si trova a dover fronteggiare una situazione di forte disagio psicologico che
             può comportare conseguenze traumatiche nell’immediato, ma talvolta anche a lungo
             termine. È possibile, ad esempio, che si sviluppi un Disturbo da Stress Post Traumatico
             (Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD) caratterizzato da: tendenza a rivivere l’evento
             traumatico, evitamento di stimoli associati al trauma, diminuzione dell’interesse per le
             attività piacevoli, aumento dell’arousal, che si traduce in difficoltà di concentrazione,
             ipervigilanza, esagerate risposte di allarme e irritabilità. Ciò che caratterizza una cata-
             strofe naturale, e che ne può determinare il forte impatto psicologico, ha a che fare
             con l’imprevedibilità e con la gravità dell’evento. Un terremoto non è prevedibile e una
             volta accaduto può riverificarsi in qualsiasi momento. Questa situazione genera, in chi
             lo ha vissuto, una condizione di continua allerta.
             Il trauma conseguente ad un disastro naturale può avere gravi conseguenze, soprattutto
             sui bambini, a causa delle loro ancora immature capacità di comprendere i fenomeni
             e di attivare adeguate strategie per far fronte alle situazioni. I bambini risultano infatti
             meno preparati ad affrontare gli eventi incontrollabili e sono particolarmente sensibili
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             alle influenze esterne, come la reazione dei genitori all’evento stressante . Ciò può com-
             portare l’uso di strategie maladattive di fronteggiamento della situazione traumatica, che
             a sua volta può associarsi ad una mancata elaborazione dell’evento, con conseguente
             incapacità di far fronte allo stress.
             I bambini che sono esposti ai disastri, infatti, tipicamente manifestano sintomi di disagio
             psicologico, che possono interferire con il loro funzionamento emotivo e cognitivo,
             quali, ad esempio: alterazione dei processi attentivi, deficit di apprendimento e perfor-
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             mance scolastiche inferiori alla media .
             In considerazione di questi dati, appare forte l’esigenza di riuscire ad identificare quei
             fattori che possano aiutare i bambini ad affrontare positivamente l’evento traumatico.
             Occorre cioè facilitare nei bambini l’apprendimento di strategie efficaci per fronteggiare
             gli eventi stressanti, che siano in grado di ridurre l’impatto negativo sul versante emo-
             tivo e cognitivo.
             Questa esigenza ha ispirato alcune ricerche che abbiamo condotto successivamente al
             violento terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2012 e che avevano l’obiettivo
             di indagare quali fattori di protezione possano aiutare le persone a fronteggiare un
             evento così traumatico. Se già precedenti ricerche avevano dimostrato l’effetto positi-
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             vo sullo stress dei bambini di adeguate strategie di coping , di buone competenze di
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