Page 136 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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studenti – dopo aver estinto i crediti formativi riconoscibili – hanno continuato a dare
il proprio contributo assumendolo deliberatamente come impegno etico nella formula
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del volontariato ; l’assenza di una formazione specifica per intervenire sul piano edu-
cativo con soggetti in condizioni di trauma a seguito delle calamità e l’essere all’inizio
della propria formazione di tipo pedagogico e didattico hanno fatto riflettere sull’im-
portanza della cura educativa (peraltro evitando contraddizioni con i mandati che com-
petono ad altre figure) e su quella di assumere in modo serio la propria formazione in
ragione del valore culturale e sociale della professione dell’insegnante e dell’educatore
sociale (non è sufficiente la buona volontà ed è necessario ricordare che le stesse figure
di intervento possono essere state traumatizzate dall’evento, con tutte le implicazioni
che questo produce. Si tratta del problema della formazione delle figure di intervento,
connesso all’aspetto della loro integrità sul piano psicologico).
Istituto Comprensivo di Novi di Modena (settembre 2012-marzo 2013): Maria Madda-
lena Gilioli, responsabile del plesso scuola d’infanzia di Rovereto al tempo del sisma,
riferisce la sua esperienza educativa sul campo, con riguardo anche al contributo delle
studentesse del DESU, che hanno affiancato le attività delle insegnanti soprattutto con
i bambini della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo.
Dopo la prima importante scossa di terremoto del 20 maggio, la scuola media è risultata
inagibile; dunque sono stati svolti i doppi turni nei locali della scuola primaria. Dopo
la seconda importante scossa del 29 maggio, di cui la referente racconta la complessità
di calmare i bambini spaventati, anche la scuola primaria è stata evacuata, rendendo
Figura 2. Tendone provvisorio in cui era stata trasferita l’attività della Scuola d’infanzia di Rovereto
sul Secchia.
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