Page 138 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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Figura 3. Bambini 3/6 anni al lavoro in struttura di emergenza presso Rovereto sul Secchia.





             bini: il primo rivolto ai bambini di quattro anni e realizzato da Sonia Spinardi e Barbara
             Bellei sulla ricostruzione del paese così come immaginata dai bambini, Novi in cantiere;
             il secondo rivolto ai bambini di cinque anni e realizzato da Iole Savoia sul recupero
             delle emozioni, Dalla narrazioni alle emozioni; il terzo rivolto ai bambini di cinque
             anni e realizzato da Iole Savoia, Stelio Ghepardi e Bigi Vilso a seguito delle attività con
             un esperto di storia, Novi e la sua torre.
             Azienda Servizi Bassa Reggiana  (giugno-agosto 2012): Cristian Fabbi, Direttore
             dell’Azienda Servizi Bassa Reggiana, riferisce a proposito del terremoto che ha col-
             pito tra gli altri i Comuni di Guastalla, Luzzara e, soprattutto, Reggiolo, Comune più
             colpito della Bassa Reggiana, con 1.500 sfollati nei primi mesi dopo il sisma e in cui,
             dunque, si sono concentrati gli sforzi operativi degli studenti: “La prevalenza degli
             sfollati erano persone che vivevano in campagna, in case isolate e per lo più di non
             di recente costruzione, dove il terremoto aveva fatto danni spesso non strutturali ma
             tali da rendere necessaria una doppia revisione; si aggiungevano persone che ave-
             vano la casa effettivamente danneggiata come quelle che, pur non avendo l’edificio
             danneggiato, hanno scelto di stare nel campo, in tenda, per ragioni psicologiche. L’A-
             zienda, sul campo di Reggiolo, ha dunque attivato i seguenti servizi: Tenda dell’assi-
             stenza psicologica; Tenda nido-scuola; Tenda campo estivo (su due sedi: parco Chico
             Mendez e parco dei Salici). In quest’ultima tipologia sono stati impiegati gli studenti
             provenienti da Unimore, poiché vi si concentrava tutta l’infanzia di Reggiolo in con-
             dizione critica, anche a seguito dello shock collettivo derivato dal sisma. I bambini
             hanno regolarmente superato le centinaia e la necessità di personale in quel periodo
             è stata massima”.

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