Page 137 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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necessario il trasferimento dell’attività in campi assemblati per l’emergenza sino alla fine
del calendario scolastico.
Su suggerimento di Rossella Garuti, al tempo Dirigente Scolastica dell’Istituto Com-
prensivo Gasparini di Novi di Modena, la scuola ha ritenuto di continuare ad essere di
supporto alle famiglie, la prevalenza delle quali aveva subito grandi perdite; pertanto ha
istituito punti di ascolto e, con i vigili del fuoco, ha realizzato il recupero del materiale
scolastico che poteva essere utilizzato come bene comune: il personale scolastico è
rientrato a scuola con i vigili per riprendere il materiale, poi custodito anche presso le
proprie abitazioni e successivamente fornito alle famiglie.
Gli Alpini avrebbero supportato gratuitamente, con il loro lavoro, la ricostruzione dei
presidi sociali e sanitari di un paese che ha subito perdite ingenti. Si tratta di presìdi di
importanza cruciale: nell’esperienza dell’autrice del presente saggio, quando al tempo
del terremoto realizzò un focus group a Mirandola (MO) con i Medici di Medicina Ge-
nerale, ad esempio, emersero le criticità dovute allo sparpagliamento della comunità
sia nel territorio prossimo sia per le emigrazioni in altri luoghi a seguito del sisma e le
ricadute – a più livelli – sul piano della continuità e della qualità dell’opportuna assi-
stenza sanitaria dei pazienti.
Nella sua testimonianza, invece, la referente sottolinea alcuni elementi particolarmente
significativi riguardo alle studentesse del DESU, il cui contributo è stato fornito nel
campo di accoglienza e in tende donate da associazioni, da benefattori e da Onlus
costituitesi a seguito del sisma: riferisce di un contributo molto importante soprattutto
nella fase di ripresa dell’anno scolastico, in un contesto afflitto dalla disperazione in-
dividuale e collettiva per le perdite materiali, umane e simboliche, proprio attraverso
la pronta e costante rassicurazione dei bambini e la realizzazione di attività educative
da parte delle studentesse. Le studentesse avrebbero svolto una funzione importante
perché, venendo da zone diverse da quelle terremotate, non erano traumatizzate come
le figure educative del contesto e, quindi, sarebbero risultate più rassicuranti per i bam-
bini stessi (tale considerazione trova riscontro con quella di una studentessa impegnata
nella somministrazione di un test sul disturbo da stress post traumatico a seguito del
terremoto in una scuola di Carpi, che rifletteva intorno alla reazione del personale e alla
ricaduta nella conduzione delle attività scolastiche).
I vissuti dei bambini sono stati sostenuti da attività educative tradotte anche in prodotti,
per esempio in una storia pubblicata, Rap del terremoto, scritta da Maria Maddalena
Gilioli ricorrendo alle parole dei bambini, accompagnata da un CD che ne raccoglie
la traduzione musicale ad opera di Enrico Zanella, musicista e genitore, e condivisa a
livello educativo con il Nido di Camposanto, nonché resa disponibile in un libro a cir-
colazione interna, Sotto casa mia il terremoto.
Scuola dell’infanzia di Novi di Modena (giugno-luglio 2012): Sonia Spinardi, referente
di plesso della Scuola dell’infanzia Sorelle Agazzi dal 2013, riferisce dell’esperienza
delle studentesse del DESU, che si sono alternate nel Centro estivo a gruppi di due-tre
per cinque settimane, quattro delle quali a luglio, e nella Ludotenda (che ha ospitato
esercitazioni dei vigili, manifestazioni artistiche e attività creative e/o di riciclaggio): qui
le studentesse hanno svolto attività ludica, artistica e di socializzazione.
Invece, in merito al lavoro delle insegnanti della scuola racconta di tre progetti tradotti
in pubblicazioni a circolazione interna di cui indica i rispettivi titoli suggeriti dai bam-
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