Page 143 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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con la natura orientando di conseguenza gli schemi di pensiero e i modelli di azione),
pongano in ricorsività teoria e prassi (tramite i differenti format didattici: insegnamenti,
laboratori, tirocini, tesi di laurea), implementino partnership tra università, scuola e aule
didattiche decentrate, nonché tra mondo accademico, lavorativo e, in un’ottica allargata,
“territorio sociale” tanto a livello locale che dello scambio nazionale e internazionale
nei terreni della ricerca e degli interventi, per lavorare anche nelle emergenze dovute
alle catastrofi ambientali.
Dunque appare significativo riconoscere la valenza formativa e professionalizzante di
alcune specifiche situazioni che comportano discontinuità/rottura. Da un lato, richie-
dendo un sapere professionale tipico e la necessità di rafforzarlo, eventualmente, in
riferimento a precise coorti (genere, età, profilo psicofisico, classe sociale e gruppo et-
nico-linguistico) e relativamente al setting pedagogico e didattico, anche nelle situazio-
ni di emergenza, con particolare riferimento a osservazione-progettazione-conduzione
attraverso strategie educative mirate ed efficaci che prevedano verifica e documenta-
zione. Dall’altro rimandando alla necessità di indagare gli aspetti complessivamente
ristrutturanti il pensiero e la persona quali – ad esempio – la crescita delle capacità di
organizzazione personale dello studente, ma anche il rapporto tra capacità di cura nelle
situazioni di emergenze e traiettorie personali, quale sintesi complessa della formazione
dei futuri insegnanti ed educatori sociali.
Note
1. Nonostante il dr. Giuseppe Malpeli non abbia contribuito alla stesura del saggio, il suo nome compare tra gli
autori dal momento che l’attività descritta in questo capitolo è stata possibile grazie al suo fondamentale lavoro
di coordinamento dell’attività di laboratorio e tirocinio svolta dagli studenti durante il terremoto e alla rispetti-
va analisi e documentazione realizzata prima della sua scomparsa, avvenuta il 29 ottobre 2015.
2. Cerrocchi, L. (2013). L’intercultura in prospettiva pedagogica. Tra processi e pratiche. Bari: Adda.
3. Malpeli, G. (2007). Il volontariato educativo nella cooperazione internazionale. In Cerrocchi, L., Dozza, L. (a
cura di). Contesti educativi per il sociale. Approcci e strategie per il benessere individuale e di comunità
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4. Battilani, A. (2012). Cosa c’è sotto? Il terremoto a casa mia. Modena: Artestampa.
5. Puglielli, E. (2010). Educare nel cratere. L’Aquila: scenari della formazione. Pescara: IRES Abruzzo Edi-
zioni.
6. Pansa, F. (2009). Voglio tornare a vivere nella mia casa: i bambini d’Abruzzo raccontano il terremoto.
Milano: Piemme. e. Pescara: IRES Abruzzo Edizioni.
7. Russo, C. (2012). Terremoto nell’Emilia: nel ricordo di due inviati nei luoghi del sisma. Modena: Sigem.
8. Scataglini, C. (2009). Le formiche sono più forti del terremoto: una favola sulle emozioni, l’amicizia, la
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9. Frabboni, F., Pinto Minerva, F. (1994), Manuale di pedagogia generale. Roma-Bari: Laterza.
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